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Il calcio italiano ha un problema con il razzismo. La sentenza Acerbi non ha aiutato

Gianmarco Ruocco
Gianmarco Ruocco
4 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Gli episodi di razzismo all’interno degli stadi, nel 2024, si stanno facendo sempre più frequenti e vedono coinvolti sia le tifoserie che i calciatori

Il tema razzismo sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle problematiche del calcio italiano. Nel 2024, infatti, i casi legati ad atti discriminatori si sono fatti sempre più frequenti toccando vari tesserati ed arrivando a coinvolgere anche i giocatori in campo. Una piaga, dunque, che rischia di macchiare l’immagine del pallone tricolore all’estero e spingere i calciatori coinvolti a fare valutazioni differenti circa la propria carriera. L’ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda un coro della tifoseria della Roma di chiara matrice antisemita. La comunità ebraica è insorta palesando le proprie preoccupazioni circa la possibilità che tali parole possano essere ripetute anche durante il derby con la Lazio.

© Il Mio Napoli – Foto Marco Bergamasco

L’altra sponda della capitale, a sua volta, si è resa protagonista di cori di matrice discriminatoria diretti verso il calciatore della Juventus Weston Mckennie nella trasferta di Coppa Italia a Torino. A questi, poi, ha fatto seguito una serie di ululati nel momento in cui il centrocampista ha lasciato il campo. Un atteggiamento deplorevole ed immediatamente condannato dal club bianconero che, non solo ha pubblicato un comunicato molto duro in merito, ma ha anche promesso di procedere all’identificazione dei protagonisti con conseguenti provvedimenti.

Il primo caso dell’anno, però, ha riguardato il portiere del Milan Mike Maignan nella partita di Udine contro l’Udinese. Il numero 16 rossonero in quel caso ha deciso di lasciare il campo, dopo essere stato oggetto di diversi insulti per il suo colore della pelle, costringendo l’arbitro a sospendere temporaneamente il match. Pochi minuti di stop che però hanno voluto mandare un chiaro segnale circa la mancanza di voglia del francese di soprassedere su eventi di questa natura.

Il caso Acerbi-Juan Jesus

Nello scenario descritto fin qui si inserisce anche la vicenda Acerbi-Juan Jesus. Un evento differente perchè è arrivato a toccare in prima persona i giocatori in campo. Il difensore nerazzurro è stato accusato dal brasiliano di essersi rivolto nei suoi confronti con un epiteto di stampo razzista. La Giustizia Sportiva, dopo aver fatto le proprie indagini, ha deciso di assolvere l’ex Lazio sulla base di mancanze di prove. Una decisione accolta con sdegno dal club partenopeo che non solo ha deciso di abbandonare la campagna “Keep the racism out” della Lega (considerata ipocrita), ma ha anche deciso di organizzare in maniera autonoma una manifestazione contro le discriminazioni.

Resta da sottolineare, dunque, che la decisione del Giudice Sportivo sul caso Acerbi, che sconfessa i precedenti visti in Italia, non solo ha creato rabbia ma rischia anche di offrire uno spiacevole precedente in una situazione sempre più delicata. Il rischio è che appigliandosi ad essa episodi discriminatori possano rimanere impuniti avendo delle ripercussioni sull’intero sistema calcio italiano.

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