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Zazzaroni: “Caso Acerbi-Juan Jesus, resto convinto che il brasiliano abbia ragione, questo episodio crea un precedente”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
3 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Il giornalista e opinionista ha analizzato l’episodio tra i due centrali di difesa

Ivan Zazzaroni, noto giornalista, ha commentato il caso Acerbi-Juan Jesus: “Poveri di certezze come ci troviamo in questa fase storica del nostro calcio, consoliamoci con il naturale contenuto della sentenza. Quella ufficiale assolve l’accusato. Quella vera e popolare avverte che l’ipocrisia è stata svelata e prevede una dura condanna per gli idioti. Una volta si diceva «basta la mossa», ovvero la minaccia di un provvedimento, per dare valore all’intervento dell’autorità e esibire un pentimento immediato. Oggi bisogna solo ristabilire l’Autorità. Francesco Acerbi è stato assolto per insufficienza di prove. Meglio, per assenza. Sul piano del diritto, la decisione del giudice Mastrandrea è inattaccabile. Su quello morale ci sarebbe, anzi c’è, molto da dire. Per la verità un primo giudizio era già stato emesso dal giudice di campo, l’arbitro La Penna, che alla domanda rivolta a Juan Jesus – «che faccio, sospendo?» – si era sentito rispondere «ma no, tutto a posto, lui si è scusato». Il casino l’aveva fatto scoppiare nuovamente Acerbi quando, all’uscita dalla stazione di Milano, aveva negato di aver offeso il difensore del Napoli. Che ha reagito con un post di sincera indignazione”.

Zazzaroni ha poi continuato dichiarando: “Dopo aver espresso la nostra solidarietà a Juan Jesus, ribadiamo che questo episodio deve fungere da precedente non tanto per la sentenza quanto per la sostanza: non penso che Acerbi si stia divertendo nel leggere o ascoltare quello che viene detto di lui. Lo stato d’animo suo e di chi gli sta vicino l’ha riassunto la moglie con lo «sciacquatevi la bocca» di bonucciana memoria rivolto agli haters. Mi perdonerà, Francesco, se resto convinto che quella parola Juan Jesus non se la sia inventata. Capisco tuttavia che non potesse fare altro che cercare di evitare la squalifica con la quale avrebbe chiuso la carriera in modo indegno. Un’ultima considerazione: se dovessero ripetersi episodi del genere con protagonista un giocatore della Nazionale, sarebbe opportuno che la federazione non prendesse posizione, come invece ha fatto in questa occasione con un comunicato senza senso, prima dello svolgimento delle indagini da parte della procura della federazione stessa. Il sospetto che nell’anno di Europei particolarmente importanti per l‘intero sistema i giocatori del giro azzurro godano di un trattamento speciale (leggi Tonali e Acerbi) rischia di albergare a lungo nella testa di brutte persone come noi”.

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