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Calzona: “Dopo delusione e scollamento ho rivisto un pò di entusiasmo. D’accordo con il ritiro, voglio rivedere la prestazione”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
10 Min di lettura

Francesco Calzona torna a parlare alla vigilia di una partita di campionato dopo due mesi. E’ la prima a volta, a dire il vero, che lo fa in campionato, considerando che aveva parlato sempre e solo prima delle due partite di Champions contro il Barcellona. L’allenatore calabrese ha voluto fortemente questa conferenza stampa: ha salutato tutti in sala stampa, parlando a due giorni da Napoli-Roma, partita dalle residue chance per la zona Europa, provando a lanciare il messaggio di un clima distensivo: “Finora abbiamo creato tantissimo e difeso male e la partita di Empoli ha denotato anche qualche problema offensivo e questo mi ha fatto preoccupare. Siamo sempre stati una squadra molto pericolosi, lo ho fatto presente ai ragazzi. C’era dello scollamento ad inizio settimana, c’era delusione nei primi allenamenti, ma abbiamo il dovere di lavorare sul campo, correggere queste cose e finire questo campionato nella maniera più dignitosa possibile, perché lo dobbiamo alla città. E’ tornato anche l’entusiasmo giusto e questo mi fa piacere. Io sono qui a prendermi le responsabilità e di conseguenza lo devono fare anche i ragazzi perché sono loro che vanno in campo. Spero e mi auguro che venga fuori l’orgoglio, perché giochiamo contro una squadra che sta facendo benissimo, che è in condizione, e quindi mi aspetto una grande partita sotto l’aspetto delle motivazioni”.

Il Napoli può credere ancora all’Europa? “Abbiamo buttato via delle occasioni per riagganciarci alla classifica importante. In questo momento non siamo in grado di fare progetti. Dobbiamo pensare partita dopo partita, consapevoli che il nostro futuro non dipende solo da noi ma anche dai nostri avversari. Ho chiesto di pensare solo alla Roma, poi vediamo mano mano quello che verrà fuori”.

Che Napoli si aspetta Calzona contro la Roma? “Voglio vedere una prestazione. Ci deve essere, sia in fase di possesso sia in fase di non possesso. Voglio vedere giocatori che rincorrono gli avversari con rabbia. Questa qualità ci è mancata ultimamente e spero di rivedere domenica, anche perché con la prestazione vengono anche i risultati. Voglio vedere una squadra che vuole vincere a tutti i costi”.

Ha parlato più volte di “apatia mentale”, possono aiutare questi due giorni di ritiro? “I due giorni di ritiro sono dovuti. Una scelta concordata con la società. Sono stato d’accordo fin da subito, perché abbiamo bisogno di stare più tempo insieme. In questo momento stiamo mancando sotto tantissimi punti di vista ed il ritiro non è punitivo ma deve essere produttivo”.

Il Napoli sembra prendere troppi gol sulle palle alte: “Non è un problema di palle alte, ma difesa della porta. Noi abbiamo preso gol anche con palle rasoterra messe dietro, come quello di Darmian contro l’Inter. Oppure in situazioni di uno-contro-uno in area di rigore, come con Djuric e Cerri, anche se in quest’ultimo caso eravamo anche mal posizionati. Non è un fatto di palle alte, ma di cattivo posizionamento dei calciatori in area di rigore. Il problema è che non è qualcosa di specifico, ma ci manca la voglia di non prendere gol. E non dipende solo dai singoli difensori ma da tutta la squadra”.

Calzona ai tifosi: “Ai tifosi non posso dire nulla: sono sempre presenti in trasferta, in casa lo stadio è sempre pieno e per questo è inutile chiedere a loro di darci una mano. Siamo noi che dobbiamo trascinarli nel sostenerci. A me dispiace tantissimo. Mi disturba tantissimo non poter renderli felici”

Raggiungere l’Europa o la Conference League vorrebbe dire aver fatto ugualmente un buon lavoro? “Secondo me si sbaglia a fare il paragone con il Napoli dell’anno scorso, che è stato qualcosa di eccezionale. Bisogna paragonare con il Napoli di quest’anno. Io ho tantissimi dati in possesso che dimostrano che siamo migliorati, soprattutto dal punto di vista del possesso palla. Lo abbiamo alzato anche se a volte risulta sterile. Ma non mi piace parlare di questo. Dico solo che mi baso molto sui numeri, che sono negativi, soprattutto in fase difensiva, abbiamo peggiorato il dato dei gol subiti. Ma io giudico il mio lavoro da quando sono arrivato io a quello che accade ora. Sapevo che c’erano dei problemi ma, quando sono arrivato, mi sono reso conto che i problemi erano più seri del previsto”.

Ma tra i giocatori c’è qualcuno che si è preso delle responsabilità? “Non qualcuno ma tutti. I giocatori non possono non sentirsi responsabili di questa situazione. Sono io che faccio delle scelte, ma in campo ci vanno loro. Le scelte le faccio in base a quello che vedo durante la settimana e sento dire che ci sono molti sacrificati ma non è vero, perché tranne Natan, Mazzocchi e Dendoncker il resto ha avuto grande spazio. Le occasioni per mettersi in mostra ne hanno avute e non esiste che ci sono giocatori che non si assumono le loro responsabilità. Lo ho detto sempre, ogni giorno ai ragazzi. Il presidente e la società non hanno mai inciso negativamente con me e sulla squadra. Il presidente con me è sempre molto carino e rispettoso. La proprietà mi chiede molte cose ma è la normalità sapere come vanno le cose o le strategie da portare avanti. Ma nello spogliatoio si devono sentire tutti responsabili. La sconfitta deve stare addosso a tutti”.

In questo periodo si parla tanto di futuro e forse questo è motivo di confusione o un modo per liberarsi dalle responsabilità? “No, perché siamo dei professionisti. Ci pagano anche bene per fare questo mestiere. E’ il mestiere che tutti avremmo voluto fare da bambini ed in questo mestiere ci sono anche tanti lati negativi, come il momento che stiamo vivendo in cui le cose non vanno bene. A me le notizie che sento sul futuro non disturbano affatto, perché è normale che sia così. Vale per me e vale anche per i giocatori. Se un giocatore non rende è normale che la società faccia le sue valutazioni per non ripetere, in futuro, stagioni negative come questa”.

Dopo Empoli ha parlato di mancanza di voglia di vincere: “A Empoli era mancanza di voglia di vincere perché non abbiamo tirato in porta. Abbiamo creato 2-3 occasioni e basta, mentre con il Frosinone abbiamo creato tantissimo, sbagliando delle occasioni in area di rigore. Finora la mancanza della voglia di vincere non l’avevo mai avuta, mentre finora c’era stata sempre la mancanza della voglia di non prendere gol”.

Perché il Napoli va in difficoltà quando viene pressato alto? “Quando si perde palla facciamo fatica a rimetterci a posto e tornare sotto palla. Quando io parlo di percezione del pericolo, anche lontano dalla porta. Io ai ragazzi chiedo sempre di difendere in avanti. Non voglio che si faccia densità nella propria metà campo. Ho fatto vedere due-tre immagini alla squadra in cui per qualche minuto siamo rimasti in dieci, perché Osimhen era fuori, e la squadra, avendo percepito il pericolo, ha fatto una buona densità. Non capisco perché non succede lo stesso quando siamo undici contro undici”.

La Roma è un avversario complicato? Che cosa la preoccupa di più della squadra di De Rossi? “Mi preoccupano tante cose della Roma. La squadra è migliorata molto sotto la gestione De Rossi, a parte con una media-punti da oltre 2 a partita, segnano tantissimo, hanno un grande fisicità, sono una delle squadre che ha fatto più gol su palle da fermo. Ci sono tante cose di cui preoccuparsi. Ma se noi facciamo una partita da Napoli, difendendo bene, loro verticalizzano molto centralmente, dobbiamo evitare di farci passare la palla dentro perché contro la Roma può diventare fatale. Ieri contro l’Udinese è riuscita a vincere la partita in 17 minuti, hanno obiettivi importanti perché sono avanti nelle coppe. E’ una partita difficile perché, indipendentemente dall’avversario, dobbiamo fare una grande partita ed uscire da questa situazione”.

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