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Traorè è il simbolo del mercato fallimentare fatto a gennaio. Il motivo

Gianmarco Ruocco
Gianmarco Ruocco
3 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Traorè è una delle tante delusioni della stagione del Napoli. Le condizioni fisiche non gli hanno permesso di rendere a meglio in azzurro facendolo, a poco a poco, scivolare din fondo nelle gerarchie

Il Napoli sta vivendo una delle stagioni più complesse della sua storia recente. Il club partenopeo, dopo l’ebbrezza dello Scudetto conquistato sotto la guida di Spalletti, si è scontrato con la cruda realtà. Tra giocatori svogliati, cambi in panchina e linea societaria poco chiara, il responso del campo è stato sconfortante. In questo scenario, Aurelio De Laurentiis, già lo scorso gennaio ha ammesso le proprie responsabilità promettendo di investire tanto sulla finestra di mercato invernale per raddrizzare la stagione. Il tentativo, però, anche in questo caso si è rivelato deludente ed ancora una volta la montagna ha partorito un topolino.

Traorè simbolo della cattiva programmazione di gennaio

A dimostrazione del cattivo operato di gennaio basta osservare le prestazioni del calciatore, tra quelli acquistati, arrivato a Castel Volturno con le maggiori aspettative: Hamed Junior Traorè. L’ex Sassuolo, infatti, è stato prelevato in prestito dal Bournemouth con la speranza che riacquisisse la piena forma fisica e mostrasse nuovamente le qualità ammirate a Reggio Emilia. Oltre all’investimento economico improntato sulla permanenza del giocatore (il Napoli non avrebbe pagato il prestito nel caso in cui avesse deciso di esercitare la clausola di riscatto), il segnale della grande fiducia riposta sull’ivoriano è arrivato nel momento della diramazione della lista Champions.

La dirigenza, complice anche i rapporti ai ferri corti con Zielinski, ha deciso di non inserire il polacco per lasciare pieno spazio allo stesso Traorè. Inutile dire, però, che l’esperimento è tutt’altro che riuscito. Il centrocampista è sempre sembrato in condizioni fisiche pessime e non è mai riuscito a rivelarsi determinante. Dopo la fiducia delle prime gare, in cui Mazzarri ha deciso di lanciarlo dal 1′, lo scenario si è capovolto. Nell’ultimo periodo, infatti, anche Calzona sembra aver riscritto le gerarchie decidendo di puntare nuovamente su Zielinski, lasciando Traorè seduto in panchina.

Il riscatto, ad oggi, sembra solo un lontano miraggio. L’avventura dell’ivoriano in azzurro, quindi, pare destinata a concludersi con il termine della stagione. Restano, però, i quesiti irrisolti sulla programmazione attuata dalla società. Per raddrizzare la stagione, difatti, sarebbero serviti giocatori di valore ma anche pronti dal punto di vista mentale e fisico. Come evidenziato dai fatti, questi non sono arrivati. La classifica, come solo i freddi numeri sanno fare, certifica il fallimento di una stagione nata con ben altre aspettative ed ambizioni.

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