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Cessione Osimhen, società di fronte ad un bivio: accettare contropartite o monetizzare al massimo?

Gianmarco Ruocco
Gianmarco Ruocco
5 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Victor Osimhen sembra destinato a lasciare il Napoli. La società deve cercare di ricavare il massimo dalla sua cessione ed ha due strade per farlo

Il Napoli si prepara a vivere l’ennesima estate di rivoluzione della propria storia recente. Dopo i fasti dello Scudetto 2023 e la delusione della stagione in corso, la dirigenza è pronta a cambiare numerose pedine della rosa. Il sacrificato eccellente, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà Victor Osimhen. Il centravanti nigeriano, reduce (come la maggior parte della rosa) da un’annata mediocre, difficilmente resterà in azzurro. Tra i fattori che spingono alla separazione tra le parti ci sono sia la volontà del giocatore che i termini del rinnovo contrattuale. Per quanto riguarda la volontà, pur essendo molto legato alla piazza, Osimhen non ha mai nascosto le proprie ambizioni ed in tempi non sospetti ha fatto intendere di essere pronto allo step successivo per la propria carriera. Il rinnovo contrattuale, come detto, non permette poi al Napoli di opporsi in maniera convincente agli assalti delle pretendenti a causa della clausola rescissoria di 130 milioni e dell’ingaggio (10 milioni di euro) del tutto superiore ai paletti societari.

© Il Mio Napoli – Foto Marco Bergamasco

In estate per Osimhen sarà cessione. La società dovrà quindi prendere una decisione: accettare contropartite o monetizzare al massimo.

Le squadre più interessate al giocatore al momento, stando ai rumors, sono il Paris Saint Germain ed il Chelsea. La prima, in cerca del sostituto di Mbappè, pagherebbe il calciatore cash, presentando un’offerta al Napoli. La compagine parigina, infatti, nel caso di incontro tra le parti in ogni caso proverà ad aggiudicarsi il cartellino del numero 9 per una cifra inferiore a quella della clausola. Diversa, invece, la strategia che è pronta a mettere sul tavolo il Chelsea. Il club londinese ha una rosa lunghissima formata da tantissimi esuberi. Per questo motivo l’assalto al centravanti partenopeo potrebbe arrivare attraverso una parte fissa cash e l’inserimento di due contropartite: Lukaku ed un giovane promettente.

Entrambe le strategie racchiudono dei vantaggi e degli svantaggi per il Napoli. Per quanto riguarda la politica di monetizzare il più possibile (in passato seguita dalla società con i propri gioielli) permette di avere un budget importante da re-investire sul mercato. Data la stagione deludente di Osimhen, almeno in campionato, non è però facile trovare un club che abbia la forza e la volontà di sborsare 130 milioni per comprarlo. E’ molto più probabile, al contrario, che la cessione avvenga lo stesso ad una cifra inferiore a quella della clausola rescissoria, considerando che per il tema ingaggio la sua permanenza in azzurro rischierebbe di diventare un problema.

© Official Account Edinson Cavani

Al contrario, qualora si accettassero dello contropartite di livello sarebbe più facile allargare la platea di possibili compratori. Il rischio, però, in questo scenario è di prendere giocatori poco appetibili per il mercato, demotivati oppure semplicemente poco congeniali al gioco del Napoli. Anche in questo caso, poi, l’ingaggio rischia di diventare un problema. Chi proviene dai grandi club europei, infatti, tende a guadagnare cifre molto elevate. L’approdo a Napoli, con lo stesso peso contrattuale, non solo non rispetterebbe i parametri societari, ma rischierebbe anche di creare caos nello spogliatoio. Gli altri azzurri, difatti, potrebbero bussare alle porte della società chiedendo un adeguamento.

Per tanto la dirigenza dovrà prendere una serie di decisioni importanti ed oculate. La vendita del gioiello più luminoso della rosa, per una società come il Napoli che non gode della potenza economica dei top club europei, per forza di cose influenza il futuro. Sbagliare una mossa potrebbe indebolire la rosa e spezzare il circolo virtuoso di prime punte di valore che ha caratterizzato la gestione De Laurentiis. Un peso importante per Manna nella sua prima stagione all’ombra del Vesuvio.

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