La difesa a tre, gli intrecci con Koopmeiners ed Ederson e quel precedente del 2011
Il ben noto casting del presidente Aurelio De Laurentiis per la panchina del Napoli ha recentemente riportato in luce un candidato di spicco: un regista del calcio aggressivo, totale, spettacolare e concreto, sempre fedele a se stesso. Questo candidato non è altro che Gian Piero Gasperini. Un’antica passione, un allenatore di 66 anni che era stato sedotto e abbandonato nel 2011: con Mazzarri le cose si stanno incrinando e De Laurentiis vede in Gasperini la soluzione. Dopo avergli mostrato il contratto e averlo fatto sentire a casa, l’accordo è fatto. Ma poi arriva una pace improvvisa con Walter. Tredici anni dopo, eccoci di nuovo qui: anche il signor Atalanta è nella lista dei rifondatori.
Con un appeal sia italiano che internazionale, indipendentemente dalla prestazione della Dea contro il Liverpool, Gasperini ha una storia alle spalle, avendo già sconfitto i Reds, diventando l’unico allenatore italiano a farlo due volte ad Anfield. Inoltre, è noto per credere nei giovani e nel migliorare tutti i giocatori che gli passano sotto mano. È lui che ha dato la spinta iniziale a Koopmeiners e anche a Ederson, due centrocampisti che il Napoli desidera da tempo immemore. Per Koop potrebbe aprirsi una nuova sfida con la Juve di Giuntoli, potrebbe essere un colpo di genio di Gasperini, ma il giocatore vuole la Champions, in modo irrinunciabile. Gasperini è un sostenitore del 3-4-3 in tutte le sue varianti (3-4-1-2, 3-4-2-1), anche se non è l’unico tra i contendenti ad optare per una difesa a tre. C’è anche Antonio Conte, naturalmente. Finché c’è vita c’è speranza: un desiderio a lungo accarezzato da De Laurentiis, 54 anni, un’offerta nel mese di ottobre, un candidato autorevole come Gasperini. Carattere, ambizione e un certo stile di calcio.
Fonte: Corriere dello Sport