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Raspadori, non chiamatela casualità: il gol è frutto di grinta e tempismo

Gianmarco Ruocco
Gianmarco Ruocco
4 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Raspadori è stato bravissimo a lanciarsi sul pallone ribattuto da Szczęsny. Un’azione frutto di grinta e tempismo (di certo allenato)

Giacomo Raspadori, da quando veste la maglia del Napoli, ha dimostrato di non subire la pressione della partita ed ha saputo rivelarsi decisivo nelle sfide contro la Juventus. Nella gara del Maradona, infatti, l’attaccante ex Sassuolo ha replicato quanto fatto a Torino lo scorso campionato, segnando nelle battute finali del match e regalando la vittoria agli azzurri. Punti pesanti sia per la classifica che per il pubblico. Da sempre, infatti, la partita contro i bianconeri ha un fascino differente per la piazza partenopea, vista la forte rivalità con l’avversario.

La rete a Fuorigrotta è arrivata nel modo più confusionario possibile, su ribattuta del portiere dopo il rigore sbagliato da Osimhen, ma non è frutto della casualità

Dopo il pareggio di Chiesa, il Napoli ha sofferto le scorribande offensive della Juventus. Una partita complicata in cui serviva un episodio per indirizzarla. Lo stesso è arrivato quando il giovane Nonge ha steso Victor Osimhen in area di rigore. L’arbitro ha assegnato il tiro dal dischetto, ma dagli undici metri lo stesso bomber nigeriano si è fatto ipnotizzare da Szczęsny. Il portiere polacco, infatti, ha intuito il lato ed ha respinto il pallone. Sulla ribattuta, però, Raspadori è stato il più veloce a raggiungere la palla e ribadirla in rete. Un gol, quindi, caotico ma tutt’altro che casuale. In esso, infatti, si è vista sia grinta che cura dei dettagli.

Riguardo alla determinazione, le immagini sono eloquenti. Alla reattività e alla voglia dei giocatori azzurri, che partono da lontano per arrivare in corsa sul pallone, si è contrapposta la staticità della linea difensiva bianconera. Anguissa, Di Lorenzo e lo stesso Raspadori, nel momento in cui Osimhen è partito per battere il rigore, hanno iniziato la propria corsa senza preoccuparsi che questa potesse risultare vana. Il rimbalzo del pallone, poi, ha premiato l’attaccante, ma l’atteggiamento di tutti e tre i calciatori azzurri è stato super positivo.

Oltre alla grinta, però, non va sottovalutata la parte tecnica di cura del dettaglio. La corsa, infatti, poteva trasformarsi in foga con l’ingresso di uno dei protagonisti in area di rigore prima che il tiro dal dischetto fosse battuto. Qualora questo fosse accaduto, l’arbitro avrebbe annullato la rete decretando il calcio di punizione per la Juve. I giocatori azzurri, invece, sono stati molto attenti a far sì che ciò non si verificasse superando la linea solo dopo il tocco di Osimhen sulla palla. Un aspetto che potrebbe sembrare casuale, ma che al suo interno racchiude una chiara cura del dettaglio.

Da quando gli arbitri sono diventati fiscali circa l’ingresso in area di rigore prima che il penalty venga calciato, i tecnici hanno indottrinato sempre più i propri ragazzi sul fare attenzione alle tempistiche. Un esempio è arrivato anche dalla partita tra Inter ed Atalanta, in cui Inzaghi ha guidato Dimarco sul movimento da fare per ribattere il rigore sbagliato da Lautaro Martinez. Il fatto che, dunque, tutte e tre i giocatori del Napoli abbiano avuto il tempismo perfetto per lanciarsi sulla palla, come detto, non può essere frutto della casualità. Al contrario è un aspetto su cui certamente avranno lavorato in allenamento.

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