Azzurri con il 74% di possesso palla, 19 tiri in porta ma un gioco sterile e senza idee. Osimhen in tribuna, Retegui nel primo tempo impegna Meret, Frendrup al 48′ sblocca la partita poi l’ex Verona fa 1-1 al 90′ su assist di Di Lorenzo. Il Napoli può finire a -9 dal 4° posto
Napoli-Genoa 1-1: nessuna vittoria, ma poteva finire anche peggio. Stavolta alla squadra di Mazzarri non riesce la rimonta nel finale, come accaduto già nelle due precedenti partite interne contro Salernitana e Verona. Dopo la sconfitta di San Siro, il Napoli inciampa contro un Genoa ordinato e ben organizzato, che nella ripresa, a seguito di un anonimo 0-0 dei primi 45′, passa subito in vantaggio con Frendrup. Gli azzurri, però, come al solito, si svegliano tardi e soltanto al 90′ trovano il gol con Ngonge che, quantomeno, avrebbe evitato la sesta sconfitta interna della stagione e la sesta in campionato da quando c’è Mazzarri. Arriva, invece, il sesto pareggio in A che, però, rischia di allontanare ancora di più il Napoli (ora perfino decimo in classifica) dalla zona Champions.
Osimhen è seduto in tribuna, in campo c’è ancora Simeone al suo posto mentre Meret torna tra i pali e c’è l’esordio di Traoré, che non gioca una partita ufficiale dal 17 ottobre (in Nazionale) e che in questa stagione non aveva ancora giocato una sola partita da titolare. La sua partita dura un’ora scarsa ed è riassumibile in un tiro a giro terminato alto al 36′. La squadra di Mazzarri evidenzia gli stessi difetti delle precedenti gare interne, in particolare una certa prevedibilità in fase offensiva, con le trame affidate troppo spesso alle giocate sporadiche dei singoli. Uno di questi è, ovviamente, Kvaratskhelia che prova a rendersi pericoloso con le sue serpentine, come quella dopo 3′ che avrebbe potuto emulare il gran gol contro l’Atalanta dell’anno scorso, ma il cui tiro è finito centrale. A rendersi più pericoloso è stato Retegui, con due colpi di testa che hanno impegnato il rientrante Meret.
Il tabellino di Napoli-Genoa
Mazzarri perde per infortunio Ostigard, sostituito da Natan ad inizio ripresa, e dopo soli 3′ deve subire la doccia fredda del vantaggio genoano con Frendrup. A quel punto, sotto di un gol, l’allenatore toscano passa al 4-2-3-1 con gli inserimenti di Lindstrom e Ngonge al posto di Politano e Traoré. Successivamente entrano anche Olivera e Raspadori a 15′ dalla fine. L’ex Sassuolo è uno dei pochi a dare la scossa, insieme al numero 26 acquistato dal Verona che, al 90′, evita una nuova sconfitta trasformando in oro la sponda di Di Lorenzo per il decisivo 1-1. La zona Champions rischia di diventare una chimera, perché da -6 il distacco può diventare di -9 punti. Roba che neanche una rimonta di mazzarriana memoria può riuscire…