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Spalletti: “Faremo una grande gara: i complimenti non mi interessano. Osimhen? Domani capiamo”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
10 Min di lettura

Il tecnico toscano carica i suoi alla vigilia del ritorno del Napoli in Champions: “L’urlo del Maradona si sentirà fino ad Anfield”

Luciano Spalletti, presente con un vistoso tutore alla clavicola, causato dall’incidente “domestico” di domenica, parla alla vigilia del ritorno del Napoli in Champions League. In sala stampa si è presentato anche con il berretto della Champions: “A me emoziona tantissimo essere al Luna Park del gioco del calcio, perché sentire le musiche che ci sono negli spogliatoi e quella fuori che sentono tutti brillano gli occhi. C’è una grande atmosfera. E’ un premio a quello che è stato il grande campionato fatto l’anno scorso. Tutti aspirano a giocare questa competizione. In Champions una palla morta in un attimo riprende vita e decide la partita: questa è la differenza sostanziale rispetto alle giocate che si vedono nei campionati”

Sulle condizioni di Lozano e Osimhen: “Lozano è a disposizione, ha fatto ulteriori accertamenti ed oggi si è allenato in gruppo. Osimhen aveva questo fastidio fino a ieri quindi zero allenamento mentre differenziato oggi ed allenamento col gruppo domani mattina quando proverà a calciare e ad andare più forte. Se la risposta sarà positiva, come il passaggio intermedio fatto oggi, potrà giocare”.

Quali saranno le maggiori difficoltà di fronte ad un avversario sulla carta superiore? “Ci sono delle differenze sostanziali. Quando ti sembra di aver svolto tutti i compiti alla perfezione, poi questi calciatori qui tirano fuori la giocata dal cilindro e ti mettono in difficoltà. Per evitare questo devi essere sempre al massimo, perché quel pallone puoi ritrovartelo da tutte le parti. Quindi ci deve essere la lettura anticipata di ogni azione. Noi non sapevamo la reazione di questa squadra dopo la non vittoria contro il Lecce e loro ce l’hanno fatto vedere a Roma. Sono una squadra che farà innamorare il Diego Armando Maradona. Perché si allenano bene e sono calciatori che hanno una passione sfrenata per questo gioco, per questa squadra e per i propri compagni di squadra. Dopo averli visti contro la Lazio sono convinto che domani faranno una grande gara”.

Di fronte al Liverpool, come con la Lazio, il Napoli vuole rincorrere la vittoria: “Siamo andati a giocare la partita con l’intenzione di vincerla, su un campo non facile. Ora non si gioca in Champions da un pò di tempo e si trovano grandi squadre impegnative. Cercheremo di essere all’altezza e non bisogna andare in campo con l’idea di prendere complimenti, ma con l’idea di vincere la partita. Sull’1-2 a Roma abbiamo inserito due calciatori offensivi per andare a provare il terzo gol. Questo per dimostrare di avere una certa mentalità, senza limitarci”.

Spalletti è solito sostituire Kvaratskhelia sempre intorno al 70′: “La sostituzione in quel minutaggio lì è una cosa che nel calcio di oggi accade a prescindere dalla condizione del calciatore. Con le cinque sostituzioni chi entra può avere a disposizione un discreto minutaggio per decidere le partite in quel frangente lì. Lui mi sembra in condizione perfetta ed il Napoli ha anche altri calciatori forti. Si valuta un pò tutto. Noi siamo molto contenti del ragazzo, soprattutto come persona oltre che come calciatore professionista”.

Agli arbitri si chiede di dirigere “all’inglese”, fischiando meno, per avvicinarsi al calcio europeo. Nota delle differenze o la Champions è sempre un’altra cosa? “Ci sono dei segnali importanti che soprattutto gli allenatori più giovani stanno portando avanti per andare in quella direzione. E’ chiaro che quando giochi contro il Liverpool può non bastare. Loro giocano un calcio totale nel senso che si vedono tutte le cose che bisognerebbe richiedere alla propria squadra. Giocano sempre con queste pallate e questi cambi di gioco continui, sventagliate di quà e di là. C’è una statistica che abbiamo paragonato : 30 falli laterali, perché da noi si dice di giocare dentro, gioco corto, da loro invece 60 rimesse laterali, il doppio, perché stanno sulle linee del campo e vanno continuamente a fare palla lunga, gli uno contro uno. E’ un dato particolare che racconta il modo di fare calcio di una squadra come il Liverpool che non ti consente di respirare. Le continue sventagliate ti costringono a stare sempre all’insù, ad allungarti. E poi hanno questa convinzione, questa forza di essere una squadra di primo livello che si legge in qualsiasi atteggiamento che hanno”.

Domani per Napoli-Liverpool ci saranno quasi 60mila spettatori allo stadio Maradona: “Noi sappiamo della passione dei nostri sportivi e possiamo anche fare un confronto a livello di pubblico. Loro hanno uno stadio caldissimo che si sente forte, ma domani sera l’urlo The Champiooons lo sentiranno anche da Anfield. Perché il pubblico del Maradona farà vedere quanto ci tiene alla propria squadra e per chi vive le strade di Napoli come noi siamo abituati a vivere la città lo percepiamo, è impossibile non riceverlo e siamo obbligati a rispondere a così tanto affetto. Sarà bello vedere i calciatori lottare con muscoli e polmoni, perché quando ti tengono sott’acqua ci vogliono polmoni grossi, e poi testa per andare a ricevere queste giocate di alta qualità che loro fanno”.

In questa squadra ci sono tanti calciatori che la Champions non l’hanno mai giocata: “L’entusiasmo deve prevalere sulle preoccupazioni di giocare in questo torneo. Contro una super squadra come il Liverpool dovremo stare attenti ad essere bravi anche quando non si è belli. Ci deve essere una certa disponibilità ad accettare il fatto che in alcuni momenti loro possono esserci superiori, pur mantenendo la freschezza e l’entusiasmo di chi è alla sua prima volta”.

Non è che domani è importante più la prestazione che il risultato: “Ma se noi non riusciamo a fare una grande prestazione sarà difficile ottenere il risultato. Si va in campo per giocare una bella partita poiché quello è il nostro marchio di fabbrica, riuscire a rendere pulite le palle riconquistate durante la partita, il più velocemente possibile, perché la ri-aggressione del Liverpool è una delle caratteristiche più evidenti. Come perdono la palla ti saltano addosso, riprendendoti per il collo e non consentendoti di ripartire. Non si va in campo per raccogliere i complimenti, non mi accontento: si va in campo per essere all’altezza della situazione e cercare di fare punti”.

Se fosse al posto di Klopp cosa temerebbe del Napoli? “Sono onorato di sedere sulla panchina accanto a Klopp perché è un personaggio di quelli unici. Gli allenatori top sono quelli a cui fai riferimento per descrivere una partita di calcio. Quando parli di Klopp o pensare di essere un allenatore alla Klopp ti rendi conto che diventa subito difficile trovare qualcuno per somigliargli. Intanto il cappellino ce lo ho pure io. Lui penso abbia visto la partita e credo abbia trovato delle cose che facciamo bene, così come io ho visto quella loro contro l’Everton”.

Spalletti ricorda due suoi ex-calciatori alla Roma: “Permettetemi di allargare i complimenti anche ad Alisson ed a Momo Salah, sono uno dei fortunati che li ha allenati e sarà un piacere rivederli davanti a me. Alisson fu uno dei portieri più pagati della storia del calcio e nonostante ciò ha dimostrato fin da subito il suo valore. E se si va a fare un paragone con il calcio giocato, Alisson sarebbe il centravanti dei portieri per postura e qualità di gioco. A Salah una volta gli ho fatto fare un recupero palla di 60 metri sul 4-0. E’ uno di quelli che può mantenere in vita una palla morta, correndo 70 metri, se mette il turbo con una qualità incredibile. Le loro sono due maglie che voglio mettere nella mia collezione. Li saluterò calorosamente”.

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