Ad imageAd image

Napoli: Sarri, la vittoria di chi non ha ancora vinto

admin
admin
2 Min di lettura

Da qualche anno il nome di Maurizio Sarri è sulla bocca di tutti. Precisamente da circa 3 anni, quando dopo tanta gavetta e dopo aver sorpreso con l’Empoli, si è seduto sulla panchina del Napoli. Il suo gioco, espressione della propria filosofia calcistica, ha catturato e incantato spettatori e allenatori di mezza Europa. Testimonianza di ciò è la presenza di molti tecnici che spesso assistono dal vivo ai suoi allenamenti per carpirne i segreti e studiarne le metodiche.

Osannato dai più, criticato da alcuni. Da chi, nonostante titoli su titoli, magari viene offuscato dalla bellezza del suo gioco. O da chi, pur di far notizia, deve dire tutto il contrario di tutto. E quindi trovi da un lato i Capello secondo cui “vincere è più difficile che giocar bene” e dall’altro i Sacchi per cui “Sarri ha portato il Napoli nel futuro”.

Oggetto della critica mossa a Sarri, la sua bacheca vuota, il non essere concreto, il non vincere poiché in fin dei conti il bel gioco non conduce alla vittoria.

Al di là di tutto, al di là dei zero titoli, Sarri ha già vinto. Già, perché il suo gioco rimarrà impresso ormai nelle menti dei tifosi e non. Se ne parlerà nel corso degli anni e probabilmente sarà oggetto di studio dei futuri allenatori. Ha già vinto perché rappresenta un’eccezione in un mondo a volte schematico e poco spontaneo. E non è un caso che il sarrismo sia visto come una novità, paragonabile solo al guardiolismo.

E’ un’eccezione in un mondo in cui si segue solo la vittoria, solo il risultato, sacrificando la propria idea e il proprio credo, perché non viene concesso il giusto tempo per poterli coltivare. Senza pensare che un’idea o il bel gioco, possono essere le armi per ridurre le distanza con chi è più forte di te e per rendere più forte ciò che prima lo era meno. Dimenticando che, a volte, sono le idee a rivoluzionare il mondo.

Condividi questo articolo