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La Corte colombiana riconosce il cambiamento climatico come causa di sfollamento forzato

Matteo Calitri
Matteo Calitri
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La Corte costituzionale della Colombia ha riconosciuto il cambiamento climatico e alcuni impatti ambientali come causa di “sfollamento forzato”. I giudici hanno esaminato un ricorso presentato da una coppia di agricoltori costretti a lasciare le loro proprietà a causa delle inondazioni del fiume Bojabá, nel dipartimento di Arauca. Secondo i ricorrenti, l’evento ha impedito loro di tornare a casa e le azioni delle autorità sono state considerate “insufficienti”. La Corte ha stabilito che “lo Stato ha una serie di obblighi prima, durante e dopo lo sfollamento dovuto a fattori ambientali”. Questa decisione è considerata senza precedenti in un Paese con milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie abitazioni per via del conflitto armato interno. Il massimo tribunale colombiano ha esaminato il concetto di sfollamento forzato dovuto a fattori ambientali, sottolineando che questo può essere causato sia da improvvisi disastri ambientali, sia da processi graduali di deterioramento ambientale, come il cambiamento climatico, la deforestazione o l’acidificazione degli oceani.

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