Ad imageAd image

F1, continua ad esserci una lotta di potere interna in Red Bull

Matteo Calitri
Matteo Calitri
2 Min di lettura

Durante lo scorso autunno, Horner ha lavorato dietro le quinte per evitare che Marko rinnovasse il suo contratto, tuttavia, grazie ad un ‘aut-aut’ del pilota olandese, il quasi 81enne austriaco è riuscito a strappare un rinnovo pluriennale (ogni anno viene comunque in un certo senso ridiscusso). Tutto sembrava apparentemente tranquillo, fino all’inizio di febbraio, quando sul principale giornale olandese, il De Telegraaf, è uscita la notizia relativa all’investigazione di Horner. Nei giorni successivi sono stati poi pubblicati anche alcuni presunti dettagli della vicenda, che facevano pensare ad un ‘facile’ siluramento del TP. Tuttavia, poco meno di un mese dopo, è arrivata l’assoluzione del manager inglese, che avrebbe dovuto rasserenare le acque all’interno del team campione del mondo. Niente di tutto ciò, soprattutto dopo l’avvenuta pubblicazione di oltre 70 screenshot, ancora non verificati, che contenevano presunti messaggi mandati tra la dipendente Red Bull e Christian Horner. Messaggi inviati via mail a oltre 100 giornalisti ed anche alle cariche più importanti di Fia e Liberty Media, nonché a Jos Verstappen. È chiaro che chi li ha fatti circolare fosse a conoscenza di tutti quegli indirizzi mail, quindi una persona all’interno del paddock della F1 o addirittura di Red Bull? La parte austro-olandese non ha pensato minimamente di andare in soccorso al soldato Horner, rincarando la dose soprattutto con le parole di Jos Verstappen alla fine di un Bahrain GP che aveva visto addirittura la presenza del patron Yoovidhya (pochissime volte apparso in pista) al fianco di Horner. Un segnale giudicato da molti come fortissimo.

TAG:
Condividi questo articolo