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De Laurentiis: “Avrei voluto riqualificare il Maradona, ma faremo nuovo stadio a Bagnoli tra 30 mesi”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
2 Min di lettura

Aurelio De Laurentiis ha annunciato la costruzione di un nuovo stadio a Bagnoli entro il 2027. Addio al Diego Armando Maradona, sì al nuovo stadio. Con un appello, rivolto al Sindaco Gaetano Manfredi, stavolta di natura diversa: dall’acquisizione dello stadio di Fuorigrotta all’accelerazione per la bonifica della zona ex Italsider. “Avrei tanto voluto riqualificare il Maradona – ammette De Laurentiis – ma lo studio Zavanella mi ha spiegato che l’unico modo è quello di costruire all’interno del Maradona un altro stadio, a causa della enorme distanza tra gli attuali spalti e il terreno di gioco. E per tre anni, per problemi di sicurezza e di cantieristica, bisogna andare a giocare altrove. Quindi mi sono messo l’anima in pace e ho chiesto a Zavanella di costruire un nuovo stadio modernissimo. Ci siamo incontrati con chi sta gestendo la pratica di Bagnoli (quartiere in cui è in corso una bonifica ambientale e una rigenerazione urbana, ndr). Chiedo al sindaco Manfredi di aiutarmi in questo progetto, unendovi un centro commerciale e il nostro centro tecnico, che trasferiremmo lì da Castel Volturno, con 12 campi, e che metteremmo anche a disposizione della comunità”.

ADL spiega la tempistica: “Ci vogliono ancora 18 mesi, considerando che la bonifica è cominciata ad ottobre scorso. Penso che la prima pietra potremmo metterla proprio tra 18 mesi ed in 12 mesi riusciremo a costruire tutto quanto. Quindi, in 30 mesi avremo uno stadio nuovo per ospitare anche gli Europei del 2032”.

De Laurentiis ha infine spiegato di aver avuto altre proposte e ha fatto un appello per la velocizzazione delle pratiche burocratiche: “Ad Afragola mi hanno messo a disposizione tantissimi ettari di terreno, ma non porterei mai lo stadio del Napoli fuori dal Comune. Non ho bisogno di investimenti, sono tutti soldi miei. Però c’è bisogno di velocizzare la burocrazia, perché in questo paese chi ha iniziative imprenditoriali viene annichilito da chi preferisce il dolce far niente”.

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