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Mazzarri come Ancelotti: una vittoria col Barcellona può non bastare per evitare l’esonero

Redazione
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2 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Nel 2019 il Napoli di Ancelotti vinse 4-0 l’ultima partita della fase a gironi col Genk, strappò la qualificazione agli ottavi ma il tecnico emiliano fu esonerato la sera stessa

Il futuro di Walter Mazzarri sembra segnato. Questa volta De Laurentiis ha scelto una linea completamente diversa per gestire la crisi. La terza dopo quelle che attraverso due pause di campionato hanno portato lentamente, ma inesorabilmente, all’esonero di Rudi Garcia. Questa la ricostruzione fatta dal Corriere dello Sport. Al centro sportivo di Castel Volturno, al tramonto del pareggio acciuffato per i capelli (di Ngonge) esattamente come le vittorie contro la Salernitana e il Verona, c’è Walter Mazzarri in tuta a dirigere la seduta. Il presidente, invece, non si vede: è il segnale di una gestione diversa rispetto ai giorni della rivoluzione tecnica francese, aperto però a molte letture nonostante una base comune di partenza.

Fondamentale: la panchina di Mazzarri sta andando in frantumi. Domenica è stato confermato e mercoledì guiderà il Napoli nel primo atto degli ottavi di Champions con il Barça, ma una vittoria al Maradona potrebbe non essere sufficiente a evitare l’esonero: un po’ quello che accadde con Carlo Ancelotti nel 2019, dopo il successo sul Genk e la qualificazione agli ottavi. A proposito dello stadio: sold-out annunciato. Curve, tribune e un elenco di accrediti che a leggerlo oggi suona un po’ come lo sgambetto cinico degli dei capricciosi del calcio. De Laurentiis, insomma, sta riflettendo. Attentamente: la nomina di Mazzarri dopo il licenziamento di Garcia non ha prodotto la svolta che auspicava, alla luce dei risultati (15 punti in 12 partite); della classifica (il Napoli è 9°); e del tremendo ritardo dalla zona Champions (-9 dal quarto posto). È preoccupato, arrabbiato, deluso. Ma anche consapevole di non poter più sbagliare.

Fonte: Corriere dello Sport

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