Viola subito in vantaggio con Brekalo (errore di Meret), il pari arriva solo nel recupero del primo tempo grazie ad un rigore procurato e trasformato da Osimhen. Nella ripresa a segno Bonaventura e Gonzalez, ma il tecnico francese non indovina una mossa, perde per infortunio Anguissa, cambia più volte modulo ma è solo confusione. Finisce tra i fischi e la contestazione per il tecnico. Terzo Ko interno
Napoli-Fiorentina 1-3: anziché la terza vittoria consecutiva, è arrivata la terza sconfitta interna stagionale. La seconda di fila cinque giorni dopo il Real Madrid in Champions e sempre con tre gol subiti. Mancano ancora tre settimane ad Halloween, ma questo Napoli fa impressione, stavolta in senso negativo. Va subito sotto contro la squadra di Italiano (che al Maradona vince la quarta partita disputata su sei negli ultimi tre anni), avanti con Brekalo dopo 8′, pareggia unicamente grazia alla ferocia di Osimhen, che nel recupero del primo tempo guadagna e trasforma un rigore, poi nel secondo tempo crolla. Garcia perde per infortunio Anguissa ma non azzecca le sostituzioni e cambia più volte pelle alla propria squadra, mandandola in confusione. Nella ripresa segna Bonaventura, il Napoli non reagisce, l’allenatore toglie Osimhen e Lobotka dal campo e nel recupero Gonzalez cala il tris. Fischi al triplice fischio dell’arbitro. La curva applaude comunque i suoi calciatori che vanno a chiedere scusa, ma dalla tribuna, al rientro negli spogliatoi, esplode la rabbia contro Rudi Garcia. Cinque mesi dopo questa squadra è lontana parente di quella Campione d’Italia. E dopo Bologna, per citare De Laurentiis, la ripartenza è stata solo a metà.
Garcia conferma gli undici del Real Madrid, compreso Olivera a sinistra con Mario Rui ancora in panchina. La Fiorentina di Italiano è più ordinata ed esercita un pressing alto che mette in difficoltà il palleggio degli azzurri. Dopo 8′ la Viola passa in vantaggio su un pasticcio di Meret che prima non riesce ad intercettare un pallone finito sul palo di Martinez Quarta, e poi si fa infilare sotto le gambe dal diagonale di Brekalo. La reazione del Napoli, di fatto, non c’è, se si esclude un episodio controverso accaduto al 22′ nell’area di rigore viola con gol annullato a Osimhen (Kvara scivola al momento del tiro, il pallone sbatte sulla mano di Kayode e poi Olivera, in fuorigioco, manda in rete Osi) ed un tiro di Lobotka parato da Terracciano al 28′.
Il tabellino di Napoli-Fiorentina
Una reazione, se c’è, è quella di Garcia che al 31′ perde per infortunio Anguissa. Il francese decide di sostituirlo con Raspadori passando al 4-2-3-1. Ma il Napoli il gol del pareggio lo trova unicamente grazie alla ferocia di Osimhen, che al terzo tentativo di disturbo della ripartenza da dietro della Viola, intercetta un pallone tra Milenkovic e Terracciano, venendo buttato giù dal portiere. E’ calcio di rigore ed il nigeriano decide di tornare a battere lui, sradicando il pallone dalle mani di Zielinski e segnando il suo sesto gol in campionato. Nel recupero del primo tempo. Napoli-Fiorentina 1-1 all’intervallo.
Nella ripresa i Campioni d’Italia non ingranano e si appoggiano soltanto sulla solita ferocia di Osimhen, che al 59′ approfitta di un’altra disattenzione viola ma Terracciano gli nega il 2-1. La formazione di Italiano sa costruire, schiaccia troppo il Napoli e dopo 5′ colpisce il palo con Ikoné. Garcia torna sui suoi passi: 4-3-3 con Cajuste per Politano che non la prende bene (è il terzo dopo Kvara e Osimhen quest’anno). Troppo tardi, la Fiorentina al 64′ trova il nuovo vantaggio con Bonaventura che festeggia così il ritorno in Nazionale. Il ritorno al 4-3-3 non porta benefici. Non succede nulla, ed allora Garcia al 76′ si gioca il tutto per tutto, rivoluzionando tutto: fuori Osimhen, Lobotka e Zielinski, dentro Simeone, Lindstrom e Gaetano. Tutto inutile: la Fiorentina nel recupero cala il tris con Gonzalez mentre Gaetano manda il pallone in curva. Finisce 1-3 per la Viola e l’ennesima lezione di Italiano per il Napoli al Maradona. Un Napoli fischiato e con Garcia contestato dalla tribuna. Una ripartenza a metà dopo Bologna. Non proprio quello che si augurava De Laurentiis.