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Berrettini: “Ho pensato di lasciare il tennis. Vi spiego il perchè”

Simone Meola
Simone Meola
4 Min di lettura

Il tennista italiano si è sfogato parlando della propria carriera vissuta tra prodezze e infortuni

Matteo Berrettini, tennista italiano di 27 anni nato a Roma, ha raccontato di se in un’intervista rilasciata a il Corriere dello Sport. Una carriera vissuta tra alti e bassi, tra prodezze e infortuni, tra le cattiverie di molte persone che nel suo periodo peggiore non hanno perso l’occasione di aggiungere il loro odio rischiando di far sprofondare il 27enne in un abisso. Fortunatamente, il tennista romano è tornato tra gli applausi di tutti dopo un lungo periodo di grandi difficoltà, dimostrando le sue qualità che sembrano migliorare giorno dopo giorno. Attualmente si trova 38esimo nella classifica ATP.

Il suo amore verso questo sport è nato grazie ai genitori, che erano, e sono tutt’oggi, soci in un circolo di tennis. “A otto anni ho preso la racchetta e non l’ho mai più posata. Mio nonno, a ottant’anni, gioca ancora, è proprio una malattia di famiglia” – racconta il 27enne. Successivamente ha parlato anche delle sconfitte, che per quanto possano far male aiutano a crescere sia umanamente che sportivamente: “Mi piace caricarmi sulle spalle interamente il peso di una vittoria o di una sconfitta. Io odio perdere, ma ho sempre usato la sconfitta per migliorarmi. Per me è un motore più grande della vittoria. Non voglio provare rabbia o frustrazione, ma voglio cercare di trovare il modo per rimuovere l’errore che mi ha fatto perdere una partita o un torneo”.

Successivamente, Berrettini, ha parlato anche delle sue condizioni fisiche, che nell’ultima stagione, a causa dei troppi infortuni, non l’hanno aiutato:

“Ho vissuto troppi strappi mentali e fisici. Ci sono stati dei momenti in cui la mia testa e il mio corpo non erano allineati, chiedevo troppo all’uno o all’altro. Clinicamente è stato uno strappo dell’obliquo interno. Credo di aver chiesto troppo al mio corpo. Se la testa si illude di stare bene e il corpo sta male, si paga il prezzo che ho pagato”.

Infine, per concludere, il 27enne ha parlato dell’odio degli utenti dei social che nel mentre lui stava attraversando il periodo peggiore della sua carriera, piuttosto che incoraggiarlo l’hanno screditato, portandolo vicinissimo alla decisione di abbandonare il tennis:

“Mi sono accorto che il mio stato d’animo cambiava in relazione al tono di cento persone che scrivevano i loro legittimi, ma spesso ingiusti, commenti che arrivavano direttamente nelle mie mani. Mi sono accorto che il mio umore aveva il dovere di dipendere da ben altro.

Mi sembrava ingiusto che, per qualcosa che atteneva al mio fisico, dovessi ingurgitare tanta cattiveria. Che tutti quelli che avevano tifato sparissero o si tramutassero improvvisamente in giudici o odiatori. In fondo sono stato bloccato dal mio corpo dolente e ho tentato di reagire con tutte le mie forze. Ho pagato io il prezzo più alto. Ecco, questa elementare solidarietà mi è mancata. Mi ha ferito non trovare questa sensibilità. Ho pensato di mollare, ma poi con il tempo, con il confronto con gli altri ho capito che io sono felice solo se scendo in campo e respiro quell’atmosfera. E sono infelice se non lo faccio: è una magnifica condanna”.

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