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Spalletti vince il premio Bulgarelli: “Ringrazio il Napoli e tutto lo staff”

Matteo Calitri
Matteo Calitri
3 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Il tecnico toscano riceve un ulteriore premio dopo la vittoria dello Scudetto

Luciano Spalletti, allenatore del terzo Scudetto azzurro, ha ricevuto a Bologna il Premio Bulgarelli ed è intervenuto per ringraziare tutti coloro che gli hanno permesso di ricevere questo premio. L’allenatore ha dichiarato: “Per quelli della mia generazione il Premio Bulgarelli è come l’Oscar per il cinema. Giacomo Bulgarelli è stato parte importante della storia del Bologna grazie alla sua perseveranza.

Ricevere questo premio nell’anno in cui il Napoli è diventato campione d’Italia, al grido di ‘Tutto per lei‘, per me assume un’importanza particolare e anche per questo voglio ringraziare quelli che mi hanno permesso di riceverlo, ossia i miei calciatori e il Napoli Calcio. I miei calciatori per tutto l’anno si sono impegnati, hanno fatto tutto benissimo, dando gran disponibilità in allenamento e in partita. Hanno dimostrato quell’attaccamento alla maglia, una cosa in cui Giacomo Bulgarelli era maestro assoluto”.

Quando ti sei accorto di avere in mano una squadra che potesse vincere? In preparazione o strada facendo? “Quando si va a mettere mano alla squadra pesantemente, com’è successo, bisogna sostituire i calciatori forti con altrettanti calciatori forti. Erano sconosciuti? Sì, ma ci sono i video, ci sono le notizie, ci sono i compagni di squadra e ci si informa. La parte maggiore la fa il direttore Giuntoli che ha gran qualità nel farlo. Poi si va a collocare questi calciatori nei ruoli che ci mancano.

Un’altra caratteristica che deve avere un allenatore è quello di credere sempre di avere a che fare con una squadra forte. Abbiamo lavorato con la massima disciplina, la massima disponibilità di tempo. Perché poi è il tempo che dedichi a una cosa a fare la differenza. E io ho dedicato tutto il tempo al Napoli. Poi pian piano si va a creare un sistema di gioco, a credere in qualcosa di condiviso. Non è mai una partita sola, ci sono gli episodi, i momenti in cui hai più condizione sia fisica che mentale. E’ un lavorare in maniera seria che porta al risultato finale”.

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