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Zerbin: “Mi sento dentro al Napoli. Spero di fare come Insigne”. Poi un aneddoto su Spalletti

Mauro Cucco
Mauro Cucco
3 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Alessio Zerbin, attaccante del Napoli, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli: “In estate non ero sicuro di restare a Napoli e già questo è un grande traguardo per me. Poi ritrovarci a questo punto con tanto distacco nessuno se lo aspettava, eravamo solo certi di voler e poter fare grandi cose. Champions? Abbiamo dimostrato che valiamo anche in Europa, ora dobbiamo continuare nel processo di miglioramento della squadra. Abbiamo tutte le possibilità per andare più avanti possibile. Come dice Simeone ‘non giocare non è mai facile’, ma quando sei in un gruppo così competitivo bastano due minuti per stare al massimo. Non ho mai pensato di andar via, non l’ho mai chiesto perchè mi sento parte del progetto. Vogliamo conquistare qualcosa di importante, mi sento dentro il Napoli e dentro al sogno che proveremo ad ottenere”.

Perché a maglia numero 23? “Non c’è un motivo particolare, ma negli altri anni ho sempre usato il 24 ed essendo di Lorenzo Insigne non me la sentivo di prenderlo (ride ndr.). Spero di arrivare ai livelli di Insigne che ha fatto cose stupende a Napoli”.

“Nel calcio basta un episodio per cambiare la stagione – prosegue Zerbin – andiamo ad Empoli a fare una gara non facile. Loro hanno battuto l’Inter a San Siro e vincere al Castellani non sarà semplice. Dobbiamo essere concentrati senza pensare al vantaggio che abbiamo in campionato. Il calore dei napoletani è incredibile e noi sentiamo una responsabilità verso di loro che riempiono gli spalti del Maradona. Anche quando giochiamo sottotono sentiamo il pubblico che ci dà una spinta in più”.

Zerbin è anche un grande appassionato di basket, ha seguito la Gevi Napoli: “Mi è sempre piaciuto il basket, anche se seguo molto di più l’NBA. Tornerò al Palazzetto anche la settimana prossima, mi piace il basket e mi appassiona. Mi è capitato anche di stare sveglio di notte per vedere qualche partita di NBA. Oltre al calcio è lo sport che mi dà e mi insegna di più”.

Su Spalletti racconta un aneddoto: “Ho appena finito l’allenamento e mi ha voluto tenere venti minuti in più per migliorare alcuni aspetti dal punto di vista tecnico. Lui lo fa spesso e quello è motivo di crescita per me. Riesce a far tirare il meglio da ogni calciatore”.

Sull’ipotesi Nazionale: “Non ci penso, ma ogni chiamata in nazionale è motivo d’orgoglio per me e la mia famiglia. Devo fare tanta strada per essere parte integrante di quel gruppo lì ed esserci non è mai banale. E’ il massimo per un calciatore indossare la maglia della nazionale”.

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