Ad imageAd image

Spalletti: “Mertens rientra nei 16 titolari. Nessun tormentone Ospina-Meret. Juric? Non giochiamo contro di lui”

admin
admin
12 Min di lettura

Il tecnico in conferenza stampa: “A Koulibaly ho detto: la prossima volta che c’è un razzista, fagli una foto”

Luciano Spalletti parla in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Torino. Si torna in campo dopo la sosta per le Nazionali, il bello deve ancora venire? “Finora sono sempre stato rappresentato come se fossi creatore di fantasmi. Sono stato sempre accreditato come colui che vede fantasmi ovunque. Non si può dire sempre che ora viene il bello, ora vediamo come accadrà. Si era perso contro lo Spartak ed ora si vedrà a Firenze come reagirà la squadra. Si è vinto a Firenze, mettendo le cose a posto, ed ora si vedrà. Ora c’è il contratto di Insigne da firmare e ora si vedrà. Insomma, sono partite ravvicinate che potrebbero creare qualche difficoltà ma, al di là di qualche dettaglio, abbiamo una rosa che ci consente di affrontare periodi anche più difficili. Mi dà forza il fatto di aver recuperato calciatori importanti come Demme e Mertens. Per noi sono fondamentali. Anche Lobotka è tornato. Però sembra quasi che ogni volta dobbiamo aver paura di dimostrare qualcosa e non deve essere così”.

Quanti minuti ha nelle gambe Mertens? “L’ho visto molto bene. Ho visto che si è messo definitivamente alle spalle questo periodo e quindi, attraverso quello che ha fatto sul campo, si sente nelle condizioni di far parte dei 16 titolari della partita. Qui si continua a dire undici, ma bisogna uniformarsi ai tempi e, dopo l’introduzione delle 5 sostituzioni, i titolari non sono più undici. Ci sono i titolari dei 60-70 minuti iniziali o quelli dei 15-20 minuti finali. Ma tutti hanno la stessa importanza”.

Il Torino è un avversario ostico, come si prepara questa partita dopo il rientro dei Nazionali? “Le partite si preparano tutte sempre allo stesso modo. Sono tutte importantissime perché mettono in palio sempre tre punti. Poi si va a vedere quelli che sono i dettagli della squadra che andiamo ad affrontare: come si comporta e quali caratteristiche hanno. Noi sappiamo quello che deve essere il nostro percorso. Abbiamo iniziato parlandoci chiaramente su quello che deve essere la nostra ambizione, il risultato che dobbiamo raggiungere. Vivere senza scopo è un risultato che abbiamo già raggiunto: vogliamo avere degli scopi per allenarci bene ed andare a giocare le partite. Voglio metterci sempre qualcosa di mio”.

Ora c’è il Torino di Juric: “Andiamo ad affrontare un avversario ostico. Io ogni volta che ci ho giocato ho sempre avuto delle difficoltà perché ho trovato sempre una squadra che ti dà battaglia. Ora che ha Juric allenatore probabilmente ancora di più, perché lui è uno che sa fare il suo lavoro, va ad usare i suoi credo e prende calciatori con quelle caratteristiche. Però per quello che è la nostra classifica e l’amore del pubblico che ci circonda mi sento di dire che abbiamo dimostrato e siamo tenuti a lottare di più, più di loro. Risultati che non debbono essere un peso per noi, ma una gioia per tutti”.

Quel Juric che, l’anno scorso, precluse la Champions al Napoli: “Io non c’ero l’anno scorso contro il Verona. Mi sono ritrovato a doverne riparlare ed a dire che bisogna farla finita, perché parlare di tempo perso è anche quello tempo perso. Bisogna parlare del presente, di quello che hai a disposizione. Juric ha fatto il suo lavoro e l’ha fatto bene, non si può dirgli niente. Poi si può discutere ma non ho mai dato per scontato un risultato. Non ho mai reso la vita facile a nessuno ed anche lui è così. Va a dare battaglia a tutti, perché è uno ambizioso. E se è stato accreditato per tante panchine importanti vuol dire che lo merita. Ma figuriamoci se non abbiamo noi delle motivazioni contro il suo Torino. Ci sentiamo bene, siamo primi e vogliamo rimanerci. Possiamo avere qualcosina in più o in meno rispetto alle partite precedenti ma sta ai ragazzi dare delle risposte sul campo, laddove ci manca qualcosa. Io non ricordo quello che Juric ha detto, ma non giochiamo contro di lui ma per i nostri tifosi, nello stadio Diego Armando Maradona”.

Sono trascorsi i primi cento giorni di Spalletti a Napoli: si può fare la storia? “Il percorso dipende sempre dalle mille variabili che si possono incontrare. Si è parlato tanto, ad esempio, di Coppa d’Africa e vedremo come riusciremo ad affrontare quei periodi. Di strada ce n’è da fare ancora molta. E’ un pò presto per scomodare personaggi che hanno fatto la storia in questa città, lasciando un segno indelebile. Noi dobbiamo continuare a fare in questa maniera, a mettere in campo tutte quelle qualità che ci vogliono, e tutta quella disponibilità ed ambizione che ha la nostra città. Vogliamo andare di pari passo alla nostra città, vogliamo essere al suo stesso livello”.

Ospina è arrivato soltanto oggi: “Ho deciso chi giocherà. Se dico chi giocherà? Ma anche no! Ma dire che Meret gioca perché Ospina è arrivato in ritardo, vi sembra di fare un complimento a Meret? Il discorso è differente: appurato che questo non è gratificante per lui, ma Meret avrà più spazio perché se lo merita. E non c’è alcun problema portieri in questo momento qui. Anche perché, quando abbiamo avuto bisogno di Ospina, tornato all’ultimo momento, come abbiamo fatto? Perché ora c’è tutto questo problema qui? Non c’è nessun tormentone. Per me non c’è, non è mai un problema avere ruoli doppi. Anzi, è un vantaggio! Faccio delle scelte. Punto”.

Ma Spalletti avrebbe ragionato allo stesso modo anche se Ospina non fosse andato in Nazionale? “Ma Ospina è andato in Nazionale come l’altra volta quando lo abbiamo fatto giocare all’ultimo minuto. Il viaggio non lo ha condizionato perché ha fatto il suo lavoro al meglio. Ora torna prima. Poi lì in queste partite con la Colombia gli hanno dato 10 in pagella, io non l’ho mai visto. Per cui parliamo di un portiere che gode di un gran momento di forma”.

Cosa dovrà avere la squadra per fronteggiare il Torino? “Ci vuole la velocità per andargli dietro le spalle, il tempo e la tecnica per venire incontro nel momento giusto, quando il compagno ti sta passando la palla. Ci vuole tutto. Ci vogliono i contrasti, i colpi di testa: il contrasto è quello che sta in mezzo tra la mia idea di gioco e la riconquista del pallone. Bisogna vincerne tanti di contrasti, perché loro sono quelli che recuperano più palloni nella metà-campo avversaria. Sono anche quelli che commettono più falli, ma sono quelli che rubano più palloni. Dovremo stare attenti”.

Con l’aumento della capienza, il Maradona torna ad affollarsi: “Vogliamo lasciarci contagiare da questo amore. Dobbiamo farlo nostro. Poi ci vuole un pò di immaginazione e ci fa sicuramente più piacere vederli realmente lì presenti allo stadio”.

Molti personaggi del mondo del calcio lamentano che si gioca troppo: “Questo è un tema per il quale le istituzioni nazionali ed internazionali devono fare delle riflessioni importanti, anche per dare uniformità alle federazioni. Effettivamente ora mi sembra un pò troppo, con i Nazionali che tornano a poche ore dalle partite. Bisognerebbe fare un passettino indietro. E’ un pò troppo il carico che ci danno per poi poter disputare al meglio le nostre stagioni”.

Come sta Koulibaly? “Il 3 K sta benissimo, è una roba bellissima quando lo incontro perché mi fa star meglio. E mi sembra che faccia la stessa reazione nel resto della squadra. E dopo gli episodi di Firenze? Io penso che tutti sanno condannare questi episodi. Però, in un mondo in cui ci arrivano foto dappertutto, l’ho detto anche a lui, la prossima volta fagli una bella foto. Perché non è possibile che questi la facciano sempre franca. Noi non vogliamo averci niente a che fare con queste persone qui”.

L’auto rubata cambia qualcosa sulla città di Napoli? “Per gioco sono andato a vedere una cosa: in Italia vengono rubate più o meno 100mila auto all’anno, 300 auto al giorno in tutta Italia e non capisco perché si debba fare una parentesi per Napoli”.

Come fa Spalletti a tenere sempre alto il morale del gruppo? “Io non ho segreti. Può essere quello di voler stare insieme a questi calciatori, condividere con loro molte ore della giornata”.

Ma alle spalle di Osimhen preferisce sempre avere un centrocampista o è un ruolo che può fare anche Mertens: “Penso che sia meglio impiegare Mertens sottopunta quando stiamo vincendo, rispetto ad un centrocampista. Poi è chiaro che è più facile”.

Fabiàn è il migliore in questa fase iniziale: “A Fabiàn non gli manca niente per giocare in quel ruolo. L’ho messo a fare il regista della squadra, è quello che tocca più palloni di tutti ed è in mezzo a tutte le costruzioni di gioco. E’ di fatto un regista e secondo me è un pò il suo ruolo. Un pò perché poi ha il fisico, la resistenza e la qualità per fare un pò tutto”.

Ghoulam come sta? “Ghoulam sta molto meglio ed è molto vicino alla condizione per la quale può esprimere tutte le sue qualità. Per quelli che sono stati i suoi malanni recenti, c’è bisogno di un inserimento graduale”.

Condividi questo articolo