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Ferlaino: “Divenni presidente a mia insaputa. Gattuso? Lo riconfermerei”

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L’ex presidente del Napoli è stato intervistato da Il Mattino

Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli, è stato intervistato da “Il Mattino” a due giorni dal suo 90° compleanno: “Festeggerò con la famiglia e idealmente con tutti i napoletani: li ho sentiti sempre molto vicini. A Napoli ho vissuto anche momenti difficili: più volte, in 33 anni di proprietà, sono arrivati a mettermi le bombe sotto casa. Ma io ricordo i periodi felici. Ero ricco e spensierato prima di entrare nel Napoli, gennaio del 69. Quando ho chiuso, non avevo più niente. E questo la gente lo ha capito, probabilmente apprezzando anche che non avevo mai messo familiari in consiglio, nessun compenso.

Perché divenni presidente? A mia insaputa l’amico Verga mi inserì in una cordata di venti soci. Venti, capite? E venti che non volevano tirare fuori una lira ma pretendevano di comandare. Ero giovane, ricco, con aereo privato e yacht. Ma chi me lo faceva fare? Alla fine, però, feci un’offerta per tutto il Napoli e cominciò la storia. Capii molto presto cos’era il calcio. Senza Maradona il Napoli non avrebbe vinto lo scudetto? Mi chiedo ancora come mai perdemmo quello dell’88. Per amor di Dio, i calciatori erano onestissimi, però Napoli era la centrale del totonero. La squadra crollò e vinse il Milan. Da allora misi dei premi altissimi e già molto elevati erano gli stipendi dei calciatori. Affrontavo battaglie impari contro le multinazionali ma con grandissimo orgoglio napoletano. Vado a vedere la Nazionale, ho la tessera d’onore. Il Napoli no, perché la mia presenza rischiava di essere indigesta: ricordo bene quando andavano male le cose e i tifosi acclamavano i miei predecessori.

Maradona? Gli ho sempre dedicato un pensiero, considerandolo uno di famiglia. Un napoletano innamorato di Napoli. La sua scomparsa è stata dolorosa, ancor di più adesso che emerge il terribile sospetto che sia stato truffato. Se confermerei Gattuso? Se proprio devo rispondere, dico di sì. E aggiungo che in questo campionato sono state perse partite assurde: non vi possono essere crisi nei rapporti con un allenatore. Nell’88 difesi Bianchi sfiduciato dalla squadra: quattro calciatori andarono via, lui rimase in panchina”.

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