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Allegri: 5 anni di successi, ma le critiche non sono mai mancate

admin
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Cinque anni di trionfi nazionali e di vittorie europee sfiorate

Cinque scudetti (consecutivi), quattro coppe Italia (vinte di seguito) e due Supercoppe italiane: questo il palmarès di Max Allegri messo a punto nella sua avventura quinquennale sulla panchina della Juventus. Più due finali di Champions League, arrivate quando i bianconeri non erano certamente tra i favoriti (soprattutto la prima nel 2015), perse però nettamente contro Real Madrid e Barcellona. Arrivò facendo storcere la bocca a quasi tutti i tifosi juventini, se ne va quando parte della tifoseria bianconera ha iniziato a mugugnare negli ultimi tempi nei suoi confronti, nonostante 5 anni di trionfi.

Negli ultimi tempi si è potuto osservare un Allegri sempre più nervoso. Nonostante le vittorie e il dominio nazionale, c’era sempre chi gli chiedeva di più. Come la conquista della Champions, soprattutto quest’anno considerato l’arrivo di Cristiano Ronaldo e un campionato già vinto ancor prima di cominciare. O come quel bel gioco verso cui il tecnico livornese ha sempre mostrato una certa insofferenza. Meglio vincere, non importa come: per lo spettacolo c’è il circo. Questo il senso della sua visione di calcio.

Le vittorie continuavano, eppure non bastavano perché intanto da qualche parte c’era chi prova a coniugare bel gioco e risultati. Un modo di provare a fare calcio, apprezzato sempre di più, che ha indotto in tanti a chiedere lo stesso all’ormai ex tecnico della Juventus. E chissà se è stato proprio questo il motivo che ha portato Allegri a chiedere alla dirigenza bianconera ancora investimenti su giocatori di maggiori qualità. Proprio per cominciare ad alzare il livello delle prestazioni laddove, soprattutto in Europa, danno maggiori possibilità di successo. Ma qui siamo nel campo delle ipotesi.

È probabile che per il tecnico alcuni giocatori bianconeri non erano funzionali alle sue idee e che quindi con questa squadra non sarebbe stato in grado di dare quel che gli chiedevano. Una situazione non condivisa invece dalla dirigenza che ritiene la Juventus già altamente competitiva in Italia e in Europa. Meglio dividersi dunque quando le proprie visioni non coincidono.

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