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Morales racconta Maradona: “A lui devo tanto della mia carriera”

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Victor Hugo Morales è stato il cantore di Diego Armando Maradona, soprattutto per quello che è accaduto il 22 Giugno 1986, in Argentina-Inghilterra, ai campionati del mondo in Messico. Il gol del secolo di Maradona che taglia il campo e la storia del football. La sua telecronaca viene recitata a memoria dai tifosi, anche qui in Russia. Queste le sue parole in un’intervista al Corriere dello Sport: “La mia intenzione era andare oltre le immagini, come sempre. Quella giocata di Maradona me lo ha concesso. Se lo avesse fatto un altro non avrei potuto dire quelle cose. Fu un’opera d’arte di Diego, per questo ho potuto “esagerare”. Ero un attore che recitava davanti a un copione non scritto. La spontaneità è decisiva, inutile prepararsi prima. Come nel 1981 quando a Firenze dissi così a proposito di un gol di Diego alla Fiorentina: «Se Michelangelo lo vedesse, lo dipingerebbe». L’ispirazione mi arrivò da quella splendida città”.

“Se potessi tornare indietro – racconta Morales – tornerei ai Mondiali del 1990. L’epoca della felicità: Roma, Torino, Milano, Firenze, Napoli. Con “Caruso” di Lucio Dalla in sottofondo. E poi non posso dimenticare la Coppa del Mondo del 1982, mi ricordo il giorno dopo la finale quando Bearzot arrivò in sala stampa e disse “Allora?” guardando in faccia i giornalisti che lo avevano criticato per tutto il Mondiale. Devo avere da qualche parte la registrazione della telecronaca di Italia-Germania”.

Victor Hugo Morales parla del suo rapporto con Diego Armando Maradona.

“Quando Napoleone è andato in Egitto voleva gli storici con lui, perché dovevano raccontare le sue gesta. Scrivendo romanzi o racconti. Abbiamo cominciato insieme con Diego e lui mi ha dato la possibilità di diventare famoso. A lui devo tanto per la mia carriera. Ma sono passati molti anni e ci diamo ancora del Lei. Tutti vogliono fare con Maradona l’intervista della vita, io non ho mai avuto l’intenzione di fare una cosa del genere per me. Per la mia fama. Farei un danno a Diego. Non sono mai stato amico dei giocatori, a parte con Carrasco (Juan Ramón Carrasco Torres, ha giocato fino a 45 anni). Un giorno lui sbagliò un passaggio, dissi in radiocronaca che la colpa era del terreno di gioco: in quel momento capii che non si può essere amici dei calciatori…”.

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