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Assoagenti, Galli: “Il nostro comunicato non è un attacco a ADL. Lo sosteniamo se…”

Alessandro Caterino
Alessandro Caterino
2 Min di lettura

Il presidente dell’Assoagente si pronuncia sulle dichiarazioni del patron azzurro

Giuseppe Galli, durante la trasmissione Punto Nuovo Sport su Radio Punto Nuovo, ha fatto chiarezza sulla questione De Laurentiis contro gli agenti: “Il comunicato di ieri non è stato un attacco a De Laurentiis. Anzi, appoggiamo il presidente: se ci sono davvero agenti che ricattano le società, siamo al suo fianco in questa battaglia. Ma ADL deve fare nomi e cognomi e fornire delle prove, non raccontare cose campate in aria. Altrimenti difendiamo la nostra categoria dinanzi ad attacchi gratuiti e generali. Lo Stato ci dà questa professione con esami e un albo da rispettare, dal 2018. Ormai siamo l’alibi del calcio moderno: qualsiasi problema sembra essere colpa nostra. De Laurentiis ci ha definito il male di questo movimento e come lui anche altri presidenti, ma nessuno fa mai nomi. Tirano la pietra e nascondono la mano. Nessuno ha mai voluto incontrarci in un tavolo istituzionale, solamente Joe Barone ci accolse al Viola Park per parlare dei pro e dei contro di questi rapporti. Serve dialogare e distendere, chiediamo da anni un incontro con le società e nessuno ce lo concede. Se le società spendono centinaia di milioni di euro senza poterselo permettere, la colpa non è dei procuratori… Anche nella nostra categoria ci sono persone poco per bene, quindi io sono peggio di De Laurentiis su alcune cose. C’è un regolamento che non viene rispettato e come presidente più volte abbiamo denunciato e segnalato alla Federazione le violazioni, ma neanche una è mai stata accolta. Questo la dice lunga. Quando i presidenti hanno bisogno di qualche aiuto, chiamano l’agente e si fanno dare una mano. Poi quando le cose non vanno bene, ci accusano di essere delinquenti”.

Galli si sofferma sulla legge dei contratti: “Esiste già, semplicemente nessuno la applica. Non è la durata dei contratti di 5 o 6 anni il male. La società non può decidere da solo il futuro della società”.

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