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Accuse personali e politiche sociali al centro del primo dibattito presidenziale in Messico

Matteo Calitri
Matteo Calitri
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Il primo confronto televisivo tra i candidati alla presidenza del Messico, in programma per il 2 giugno, si è distinto per intensi scambi di accuse personali. Xóchitl Gálvez, rappresentante del fronte conservatore, ha ripetutamente attaccato Claudia Sheinbaum, candidata progressista in testa nei sondaggi, definendola “fredda e senza cuore”. Nel corso del dibattito, durato due ore, i candidati hanno esposto le proprie visioni su salute, istruzione, corruzione, discriminazione, protezione dei gruppi vulnerabili e lotta alla violenza contro le donne. Sheinbaum ha promesso di proseguire l’agenda progressista del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, sottolineando il suo impegno nell’istruzione durante il suo mandato come sindaca di Città del Messico. Gálvez, criticando il percorso politico di Sheinbaum e le politiche del suo partito, ha dichiarato di voler creare “un Messico libero dalla violenza, puntando su salute e istruzione”. Nel dibattito è emersa anche la figura di Jorge Álvarez Máynez del Movimento Ciudadano, presentandosi come un’alternativa valida rispetto ai due principali partiti e definendo la sua proposta “migliore del passato e del presente”. Álvarez Máynez ha sfidato la dicotomia politica tradizionale, promuovendo una nuova visione per il Paese.

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