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Napoli-Udinese 4-1, la partita di Osimhen: il Maradona lo acclama, lui non tira il rigore, fa gol ed esulta poco

Mauro Cucco
Mauro Cucco
3 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Uno striscione in Curva A mette in chiaro le cose, ma i tifosi non lo fischiano e lo invocano. Nessun cenno di intesa con Garcia dopo il gol e la corsa in panchina per abbracciare Lindstrom

La partita di Victor Osimhen, che è durata 63 minuti, è stata molto significativa dopo il suo coinvolgimento in un caso sui social media il giorno precedente. L’attaccante nigeriano era l’uomo più atteso ed è stato comunque uno dei protagonisti principali del 4-1 rifilato all’Udinese, segnando anche un gol nel momento del 2-0 degli azzurri con un preciso diagonale contro Silvestri. Tra l’altro è il suo 5° gol consecutivo ai bianconeri. Prima di Osimhen, solo Mertens (vs Bologna e Cagliari) e Higuaín (vs Lazio) avevano segnato per almeno 5 match consecutivi con il Napoli vs una singola avversaria in Serie A nell’era dei 3 punti a vittoria (94/95).

© Il Mio Napoli – Foto Marco Bergamasco

Al momento della lettura delle formazioni da parte dello speaker di casa, il Maradona non gli ha fatto mancare il solito sostegno. In Curva A, invece, è stato esposto uno striscione eloquente che sembrava essere un messaggio indiretto rivolto al nigeriano: “Oltre ogni singolo comportamento, il rispetto per la maglia resta il primo comandamento”. Questo messaggio probabilmente faceva riferimento alla decisione di Osimhen di rimuovere la maggior parte delle foto con la maglia del Napoli dal suo profilo Instagram dopo il caos generato dai video apparsi sui profili social della società azzurra.

© Il Mio Napoli – Foto Marco Bergamasco

Nonostante la situazione, Osimhen sembrava molto motivato durante la partita. Si muoveva bene, chiedeva la palla come al solito e sembrava desideroso di segnare. Tuttavia, quando sembrava che fosse arrivato il suo momento, dopo l’assegnazione di un rigore con l’ausilio del VAR per un fallo su Kvara, Victor ha scelto di farsi da parte e ha lasciato la realizzazione del rigore a Zielinski, probabilmente ancora influenzato da quanto era successo a Bologna. E pure Garcia, che non aveva cambiato nulla nell’assegnazione del primo rigore, voleva che lo calciasse lui. Ma è andata così. Così come non sarà sfuggito ai più l’esultanza fredda al momento del gol, con la corsa in panchina per abbracciare Lindstrom (cose di spogliatoio) e nessun saluto all’allenatore. Finisce la sua partita con la sostituzione al 63′, per far entrare Simeone, tra gli applausi dei 40mila del Maradona. Lo stadio virtuale, quello del tifo social, sarà pure insorto, sarà pur rimasto deluso, ma quello reale al momento ha detto altro.

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