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Vasseur: “Non ci aspettavamo questi risultati ma buona reazione. Ferrari difficile da guidare”

Redazione
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Frederic Vasseur, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, parla del momento di transizione e rinnovamento che sta vivendo la Ferrari: “Non ci aspettavamo questi risultati ma è stato tutto visibile dal primo giorno in pista. La cosa più importante, in questi casi, è come si reagisce come gruppo. E la reazione è stata buona. Tornare al vertice richiede tempo. Quando si parla di F1 la gente pensa che i problemi si risolvano in una settimana, ma è come navigare su una nave molto grande e stabilire un cambiamento di rotta: non è immediato. Oggi il mercato del personale nei GP è come quello dei calciatori, i 50 tecnici top hanno contratti di tre anni e più, per portarli via devi aspettare che scadano o pagare ricche penali o trattare perché si liberino prima del tempo. Insomma, è complicato. Con un’aggravante per noi rispetto alle squadre britanniche: siccome lì i team sono vicini, se assumi qualcuno può tenere la stessa abitazione, la stessa scuola per i figli e le stesse abitudini di vita. Perché un ingegnere venga qui, invece, prima dobbiamo convincere lui, poi la moglie e la settimana seguente i figli…”.

Avete capito perché la SF-23 non è vincente? “Se si analizzano i dati, in qualifica siamo staccati di uno 0,2% dalla Red Bull, a volte dello 0,4 ma in alcune occasioni abbiamo fatto meglio di loro (a Baku, per esempio; n.d.r.). Il delta nel GP è invece molto maggiore, quindi tutta la differenza si manifesta sul ritmo gara. Come peraltro succede agli altri, basta vedere la Mercedes. Una spiegazione logica è che la Ferrari è difficile da guidare: su un giro secco puoi prendere rischi e tenerla al limite, in corsa non è possibile e la prestazione cala. È un discorso aerodinamico. Nel 2022 eravamo a posto, abbiamo cercato di fare ancora meglio in inverno ma si sottostima il fatto che portare qualcosa all’estremo a volte complica la vita al pilota: la vettura quando si muove diventa imprevedibile, il suo carico è poco costante”.

© Official Account Twitter Charles Leclerc

È contento dei suoi piloti? “Si può sempre fare meglio, come squadra e anche come piloti. Charles non si aspettava una stagione così e all’inizio ha spinto più del dovuto, ora sembra aver digerito meglio la situazione. Carlos è molto consistente e per questo è un buon riferimento per noi. Come carattere Leclerc è un impulsivo, se qualcosa non va bene non si trattiene. Però, per il bene suo e della squadra, a volte è meglio calmarsi prima di parlare. A caldo non si hanno tutte le informazioni utili a formare un giudizio definitivo e davanti a un microfono aperto è meglio prendere tempo. Resta sempre molto veloce, ma quest’anno se si guarda alle qualifiche Carlos è stato più alla sua altezza rispetto al passato”.

Si è scritto mesi fa di una trattativa con Hamilton. “Parlo con lui a ogni GP, ha corso per me vent’anni fa e siamo ancora vicini. L’ho aiutato quando è andato in McLaren all’inizio della sua carriera in F1 e ogni tanto ci sentiamo. Chiaramente se ci vedono insieme nel paddock viene fuori un polverone, ma il rapporto è rimasto. Non voglio paragonarlo ai nostri piloti, non avrebbe senso. Ma il contributo di un top driver non è solo di guida, è anche tecnico, di strategia, di aiuto nell’ingaggiare un ingegnere. E in questo caso se hai Hamilton, Verstappen ma anche Leclerc è più facile. Chi lavora in F1 è appassionato di corse, gli piace lavorare con i campioni”.

Siete ancora concentrati sul 2023 o pensate già all’anno prossimo? “Per questa stagione abbiamo fermato gli sviluppi in galleria del vento a fine luglio, ma abbiamo pezzi già deliberati e in lavorazione che porteremo fino al Qatar o Austin. Per la monoposto per il 2024 siamo ancora ai concetti filosofici. I numeri dicono che devi essere aggressivo nel progetto ma con le simulazioni e le equazioni siamo già al massimo. Dobbiamo ragionare diversamente, trovare margini grazie ai quali i piloti possano guidare senza essere sempre al limite. E comunque la scadenza per la nuova rossa non è la fine dell’anno, dobbiamo essere pronti per il Bahrein a marzo. Abbiamo davanti a noi ancora molti mesi”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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