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De Laurentiis: “Dopo Spalletti? Sul tavolo almeno 20 candidature. Abbiamo tutto il mese di giugno”

Simone Meola
Simone Meola
3 Min di lettura

Le parole del presidente il giorno dopo la festa Scudetto del Napoli

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è intervenuto ai microfoni di ‘Rai 1’ il giorno dopo la festa Scudetto e ha parlato del futuro della panchina azzurra. Quella di ieri è stata l’ultima gara per Luciano Spalletti all’ombra del Vesuvio e ha segnato la fine della sua era con una vittoria per 2-0 nei confronti della Sampdoria. Ora il presidente dovrà fare i conti con il futuro e su chi potrà continuare in questa direzione che potrà riservare molte vittorie alla sua squadra. Queste le parole di De Laurentiis:

“Sarà il ct Mancini? Adesso comincia la corrida, ragazzi miei quanto siete coesi nella vostra generosa incosciente stupidità. Io capisco che bisogna riempire i titoli, che tutti debbano campare, ma qui ci vuole professionalità e serietà e la capacità di attendere. Voi volete che la festa continui con dei grandi titoloni e vi capisco facendo cinema, anche io coi trailer dovevo stupire. Ma ora non sono in grado di stupirvi. Abbiamo tutto il mese di giugno, sul mio tavolo ci sono almeno 20 candidature, c’è tutta l’Europa. Ieri durante la preparazione della festa riflettevo, prendevo appunti, segnavo, scrivevo, ho fatto l’allenatore di me stesso”.
Sullo stadio Maradona: “I Comuni sono tutti in dissesto e non hanno i fondi per migliorare gli stadi. Bisogna fare una legge per la quale i Comuni, a chi vuole investire, possano cedere per 99 anni questi stadi, altrimenti vanno in sofferenza. Serve una legge che passi sulla testa delle sovrintendenze che, non essendo professionisti calcistici, mettono dei veti che sono impossibili a considerarsi. Oggi il calcio si gioca in maniera diversa e virtuale e quindi gli stadi devono essere senza pista d’atletica, con gli spalti a bordocampo, dotati di tutte le sicurezze necessarie e basta con i seggiolini scomodissimi, ci vogliono le poltrone. Lo stadio deve diventare un centro familiare di convivenza dove arrivare tre ore prima e andare via tre ore dopo”.

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