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Spalletti-Napoli, una separazione che parte da lontano

Gianmarco Ruocco
Gianmarco Ruocco
4 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

La separazione tra Spalletti ed il Napoli è ormai realtà. Un trend, quello di lasciare dopo il successo, che in Serie A sta diventando la regola

Dopo le dichiarazioni dei diretti interessati, che hanno spento il chiacchiericcio delle ultime settimane, è ufficiale che il tecnico toscano non si siederà sulla panchina azzurra la prossima stagione. Un addio doloroso per la piazza, che tanto si era affezionata all’allenatore facendone uno dei principali simboli dello Scudetto, ma che al tempo stesso appariva inevitabile.

La decisione di Spalletti, accompagnata dalla richiesta di un anno sabbatico, sembra infatti non essere un’idea degli ultimi giorni ma una scelta meditata e partita da lontano. Sotto questa lente di analisi anche il tran tran degli ultimo periodi e le relative dichiarazioni rilasciate, acquisiscono un sapore diverso. Quel famoso “Vi depisteremo!” urlato dallo stesso allenatore quando a bordo della sua Panda, ormai celebre, lasciava Castel Volturno, con il senno di poi, non era una semplice goliardia ma un’azione premeditata per guadagnare tempo.

© Il Mio Napoli – Foto Marco Bergamasco

Eppure un addio così doloroso, come già detto, è del tutto giustificabile ed, estremizzando, in alcuni casi addirittura auspicabile. Molti sono infatti gli allenatori che hanno deciso di lasciare il proprio posto nel momento di massima gloria, dopo le vittorie. Senza scomodare il nerazzurro Mourinho, ricordo ormai lontano, che da Madrid non fece mai ritorno la notte in cui aveva regalato un sogno ai tifosi dell’Inter. Basta osservare i mister che negli ultimi anni hanno vinto il tricolore.

A partire dal 2019 tutti gli allenatori che hanno trionfato in Italia hanno lasciato subito dopo la guida della propria squadra. Partendo da Allegri e passando per Sarri e Conte, tutti hanno deciso di andare via da vincente. Per il tecnico ex Inter, poi, si tratta anche di un caso di recidività. Fece, infatti, lo stesso quando sedeva sulla panchina dei bianconeri nel 2014. L’unica a non iscriversi in questo particolare gruppo è Stefano Pioli. Vincitore con il Milan lo scorso anno, ha deciso di continuare la sua avventura in rossonero. Una scelta, però, che non si è rivelata tra le più felici. Protagonista di un campionato non eccezionale ha di fatti rischiato più volte di essere esonerato nel corso della stagione.

© SSC Napoli

Una decisione dunque, quella di separarsi nel punto di massimo splendore, che agli occhi dei più può sembrare pazza. In essa, però, c’è un profondo fondamento logico. La vittoria porta con se un inevitabile senso di sazietà, di soddisfazione, che però rischia di inficiare le motivazioni dei protagonisti conducendo al successivo fallimento. In tutto ciò si può dunque leggere una certa saggezza e responsabilità nella scelta di Spalletti.

Un appunto è però inevitabile. La comunicazione dopo l’ormai celebre cena tra tra De Laurentiis e l’allenatore di Certaldo avrebbe e sarebbe potuta essere gestita in un modo migliore. Il sogno Scudetto era ormai già realtà. Stesso vale per l’obiettivo Champions ormai sfumato. In questo scenario informare tutti della decisione presa non avrebbe destabilizzato nè la squadra nè la piazza. Al contrario avrebbe garantito al tecnico toscano numerosi segni di affetto domenica dopo domenica. Ma come in ogni separazione, anche la più civile, dirlo ai figli è sempre la parte più difficile.

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