Ad imageAd image

De Laurentiis: “Contro il Milan non erano veri tifosi. Festa Scudetto allo stadio, ma non è che ci portiamo jella da soli?”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
3 Min di lettura

Aurelio De Laurentiis continua a parlare. Lo ha fatto in occasione dell’evento “Verso lo stadio del futuro” organizzato dalla Lega Serie A al Salone d’Onore del Coni di Roma. Il patron ha toccato diversi temi, a cominciare dalla sconfitta di Napoli-Milan: “Non sono preoccupato sulle eventuali ripercussioni in Champions. Nella vita come nel calcio si vince, si perde e si pareggia. Poi si vede alla fine i risultati finali”.

Inevitabile il passaggio su quanto accaduto sugli spalti con i gruppi ultras contro il presidente del Napoli: “Questa è una storia che dura da 50 anni. Finché non si prende la legge della Thatcher e la si mutua in Italia avremo sempre questi problemi. Quelli non sono veri tifosi, ma sono delinquenti ai quali si consente di andare allo stadio mortificando tifosi e famiglie con episodi che sono sotto gli occhi di tutti. Temo disordini? Mi auguro di no, anche perché la festa Scudetto avverrà allo stadio. Abbiamo la fortuna di avere un signor Questore ed un signor Prefetto. Per cui non temo disordini”.

Tra l’altro, a proposito dei festeggiamenti per lo Scudetto, De Laurentiis fa una battuta: “Ma non è che ci stiamo portando jella da soli? Perché a furia di parlare, parlare, parlare di Scudetto poi alla fine questo Scudetto si ammoscia. Poi bisogna vedere anche quando lo si vincerà, perché se uno lo dovesse vincere anzitempo anche la celebrazione arriverà man mano. Già i napoletani stanno festeggiando in tutta la città ed io sono veramente preoccupato di questo perché resto molto scaramantico. Mi stanno facendo tornare scaramantico, mi sembra un pò una follia festeggiarlo già”.

Uno dei segreti di questo Napoli è stata la capacità di rinnovarsi sul mercato: “Saper fare mercato, non avere alcuna difficoltà a togliere le pecore nere. Perché spesso uno pensa di dover arrivare a vendere o piazzare, ma anche di arrivare a scadenza contrattuale. Se uno non si è mai sentito partenopeo o di colore azzurro, è meglio che vai da un’altra parte. Non tutti sono uomini veri, come Maradona ad esempio, che disse di no a Berlusconi. Oggi abbiamo una squadra estremamente rinnovata e questi giovani si sono resi conto di essere un corpus unico. Poi ci sono le partite che riescono meglio e quelle che riescono meno bene ma è il gioco delle parti”.

Condividi questo articolo