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Ottavio Bianchi: “Il Napoli non ha bisogno delle famose tre C”

Matteo Calitri
Matteo Calitri
4 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

L’ex allenatore si esprime così sulla squadra azzurra

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Ottavio Bianchi, allenatore

“I quarti di finale di Champions League contro un’italiana? Incontrando un’italiana pensi di sapere tutto. Non è che la sottovaluti, ma un pochino di leggerezza può capitare. Non sarà il caso del Napoli che quest’anno non guarda in faccia a nessuno. Quello che balza agli occhi è che ogni partita non c’è mai il peggiore in campo, lo zoccolo duro della squadra è sempre elevatissimo. La squadra è di grande elevatura, entusiasmo, coesione, spirito di sacrificio. Sono sempre tutti in movimento, è veramente un bel vedere, ecco perché secondo me andrà molto avanti anche in Champions League.

Il Napoli quest’anno è lì. La squadra è formata dalla società, i dirigenti, i massaggiatori e tutto il resto. Ognuno sta facendo bene il proprio ruolo. Vedendo da fuori c’è proprio questa sintonia, è un’orchestra dove tutti suonano molto bene il proprio spartito. Continuano a migliorarsi. Ognuno sta facendo bene il suo mestiere. Hanno ceduto i 4 giocatori più importanti e hanno migliorato l’assetto tecnico. Per parlare del Napoli in questo momento bisognerebbe dire la grande bellezza. 

Le squadre che inseguono in campionato? Al di là del Napoli che meglio di così non di può fare, anche le altre squadre peggio di così non possono fare. Non esiste una squadra che abbia mantenuto i propri programmi, tutte hanno un rendimento deficitario. Un divario del genere è veramente paradossale al di là della grandezza del Napoli. Una va al massimo, le altre vanno al minimo. 

L’esperienza europea di Napoli e Milan? Questi sono discorsi vostri, io sono molto pragmatico. I giocatori migliori non vengono in Italia a giocare, la squadra messa meglio come organico è il Napoli. Analizziamo quello che è adesso il Napoli che ha un’elevatura completamente diversa. 

Un azzurro nel mio Napoli? È un calcio diverso, sono passati tanti anni. Nello staff tecnico di una volta eravamo in tre, adesso sono tanti. Quando giocavo io non esistevano i procuratori, il contratto era annuale. Con l’avvento di internet è cambiato tutto. È come se si parlasse di un altro sport. Il mondo è completamente diverso. 

Prima stavi attento ai giovani non si esagerava con i carichi di lavoro per evitare gli infortuni. Adesso cambiano 5 giocatori che è una squadra, un reparto intero.

Le parole di Spalletti? Il Napoli non ha bisogno delle famose tre C. Il Napoli è più bravo e questo è uno sport di squadra. Andando ad analizzare le varie epoche ognuno ha lasciato la sua impronta in quel momento. C’era la squadra olandese che non ha mai vinto niente, il Brasile ha vinto un sacco poi è andato in crisi. Sono tante le componenti e il calcio è lo specchio della vita che viviamo come diceva quel famoso francese. I giocatori sono delle aziende al giorno d’oggi”.

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