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Bruno Giordano: “Il Napoli di Spalletti può vendicare lo Scudetto perso nel 1988 aprendo un ciclo”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
2 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Bruno Giordano, vincitore dello scudetto ’86/’87 con il Napoli, ha parlato al Corriere dello Sport, facendo dei pronostici sulle tre sfide tra gli azzurri e il Milan, in particolare su quelle di Champions League: “Queste gare le decide il centrocampo e io punto su Lobotka, Anguissa e Zielinski. La sosta qualcosa modificherà in entrambe, ma la sua natura rimarrà quella. Il Napoli di oggi sembra di un livello superiore, lo metto al fianco di Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester City, ma la Champions sfugge totalmente a previsioni. Se ripensiamo all’ultima edizione, ce ne rendiamo conto”.

Giordano racconta del dolore provato nell’88 e della possibile rivincita trent’anni dopo: “Il secondo scudetto potevamo vincerlo nell’88, quando cedemmo in maniera inaspettata e incredibile. Avessimo avuto una società un poco più attenta e capace di fronteggiare quella crisi, forse il Milan non sarebbe riuscito ad approfittare delle nostre défaillance. Ma ormai è andata, devo rassegnarmi”.

Questo Napoli, quello di Spalletti, può vendicare il 1° maggio del 1988: “Sarebbe una rivincita, se andasse in un certo modo. Può aprire un ciclo, come lo fece quel Milan di Sacchi che venne a vincere al San Paolo. Lì nacque quella favola. L’avessimo pareggiata, chissà, magari sarebbe successo altro. Ma questi sono i se ed i ma. Io con il Napoli di Spalletti mi diverto, c’è un calcio internazionale, una mentalità aperta, una disinvoltura nel rendere incantevole il gioco. Magari non sarà stavolta, perché il pericolo è dietro l’angolo, ma qui ci sono le basi per costruire qualcosa di immenso e di duraturo”.

“Nei discorsi, è fatale che accade. Ma nella realtà, quando la matematica annuncerà il terzo scudetto, sono curioso di vedere la festa di Napoli – chiude Giordano – Sono trascorsi trentatré anni dall’ultima volta, gran parte dei tifosi che vanno allo stadio non hanno avuto la possibilità di godersi i primi due, parecchi non erano nati oppure stavano nelle fasce. E poi, arrivarci in questo modo, con una cavalcata solenne”.

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