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Gattuso: “Milan-Napoli in Champions gara aperta. Non partecipo alla festa Scudetto”

Matteo Calitri
Matteo Calitri
3 Min di lettura

L’ex calciatore ed allenatore ha detto la sua riguardo la Champions e l’andamento del Napoli

Gennaro Gattuso, ex calciatore ed allenatore di Milan e Napoli, attualmente senza una squadra dopo l’esonero con il Valencia, ha rilasciato un’intervista a RadioRai1, dove ha espresso la sua sia sulla nazionale, che sul Milan e Napoli, le sue due ex squadre da allenatore, proprio Gattuso infatti, ha portato a Napoli l’ultimo trofeo nel 2020, la coppa Italia. Nonostante ciò la sua avventura in azzurro fu molto travagliata, conclusasi con il mancato approdo in Champions all’ultima giornata.

Di seguito le sue dichiarazioni:

Come doppio ex, Napoli strafavorito nel confronto in Champions? 
“Il Napoli sono due anni che esprime un calcio incredibile ma in Europa le partite sono diverse. Sarà una partita aperta. normale che il Napoli abbia una mentalità vincente adesso, gioca con tranquillità ed esprime un calcio europeo. Ma se la giocheranno entrambe le squadre”.

Si aspettava questa esplosione di Osimhen dopo averlo allenato a Napoli?
“Sì, perché è stato anche pagato tanto. Aveva fatto bene al Lille e devo dire che è stato molto bravo Giuntoli a farlo arrivare a Napoli e non è stato facile. Io l’ho perso per diversi mesi per situazioni extra campo e abbiamo sofferto la sua assenza. È velocissimo ed è molto tecnico, un giocatore incredibile. Questo Napoli non è solo Osimhen. C’è Lobotka che con me non riusciva ad esprimersi al meglio”. 

Cosa pensa di Kvaratskhelia?
“Sembra di rivedere Best. Fa delle cose incredibili, con una leggerezza incredibile. È una squadra che mi entusiasma molto, che gioca un calcio da sogno”. 

Come si spiega questa altalena nella corsa alla Champions?
“Ci sono dati importanti, il calcio italiano non è più figlio del catenaccio. Coverciano è migliorato tanto in questo. La visione del calcio è aggiornata. E’ difficile affrontare le squadre italiane. Il paragone con le squadre inglesi, è un altro mondo. La Premier è l’NBA. Giocatori forti che non si possono più acquistare come 20 anni fa. Bisogna inventarsi qualcosa con i giovani. L’anno che ho allenato a Napoli ho perso la Champions con 77 punti. Sono diversi anni che bisogna dare il massimo”. 

Andrà a Napoli per festeggiare lo scudetto?
“Io sono un tipo particolare, i meriti se li deve godere l’artefice e non mi piace festeggiare dove non ho fatto nulla. Sono contento perché ho allenato diversi giocatori che sono attualmente al Napoli. Sono orgoglioso di essere stato allenatore del Napoli”. 

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