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De Laurentiis: “Se non fossi tifoso del Napoli non sarei rimasto 19 anni. Sconfitta con la Lazio salutare”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
6 Min di lettura

“Scudetto o Champions? Mi auguro entrambi!” afferma ADL all’Università Vanvitelli

Aurelio De Laurentiis è intervenuto al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli di Santa Maria Capua Vetere. Il presidente del Napoli ha partecipato alla giornata dedicata alla “Giuridicità delle regole del gioco del calcio” organizzata da Guido Clemente di San Luca, insieme al presidente della FIGC Gabriele Gravina ed al presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini. ADL ha toccato diversi temi: “Voglio subito sgomberare il dubbio sul mio essere o meno tifoso del Napoli. Mio padre Luigi mi portava a vedere le partite, tra la mia famiglia e Partenope c’è un legame che viene da lontano. Mio nonno che era di Torella dei Lombardi si trasferì a Torre Annunziata e fondò un pastificio. Ma se io non fossi tifoso del Napoli, sarei rimasto per 19 anni? Io sono tifoso della città di Napoli. In molti aspetti combatto ancora per privilegiare l’immagine di Napoli, differenziandola da quello che si dice in giro per il mondo. Ho imparato molto da mio padre e mio zio, due miei grandi maestri. Dal cinema ho capito come vivere in un mondo altrettanto complesso come quello del calcio”.

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Sui contratti onerosi del Napoli: “Ho imparato dal cinema. Avevamo 18 avvocati per fare i contratti con le star, ho imparato lì la differenza tra i diritti d’immagine ed il rapporto di dipendenza e lo ho applicato nel calcio. Se vedete i contratti di allenatori e calciatori sono come quelli degli attori e dei registi. Sono stato sempre concentrato a dare una impostazione industriale ad una vera società per azioni. Si è sempre ignorato che dal 1996 con l’avvento di Walter Veltroni le società di calcio sono diventate delle spa. In quel momento è cambiato il mondo mentre i miei colleghi sono rimasti collegati a sistemi obsoleti. Ed in tutto questo abbiamo una Legge Melandri che ci rompe i co… da vent’anni. Per curare i bilanci di società in perdita bisognerebbe fare tabula rasa”.

Sollecitato, inoltre, dalla curiosità degli studenti, alla domanda se preferirebbe lo Scudetto o la Champions, De Laurentiis è senza mezze misure: “Io mi auguro entrambe, perché scegliere?”.

Sulla sconfitta contro la Lazio non fa drammi: “E’ stata una sconfitta salutare, anche perché altrimenti uno si siede. A furia di dire che abbiamo già vinto, ci siamo portati jella da soli. Bisogna essere silenziosi. Sarri è stato paraculo, perché invece di giocare alto ha bloccato i due terzini e poi Kvara ha fornito l’assist a Vecino”.

Sul VAR ed il tempo effettivo: “Siamo stati i primi in Europa. Sì al tempo effettivo. Perché l’arbitro deve essere arbitrario nel decidere quanto tempo bisogna recuperare?”

ADL rivela una proposta che ha fatto alla FIGC: “Ho chiesto alla FIGC di studiare una modalità per far sì che le società possano avere la procura dei calciatori. Perché avere contratti di durata massima cinque? Perché non posso farle per otto? Il calciatore può rompere ogni accordo ed il club si ritroverebbe a pagare una grossa penale”.

Sul tema dei tifosi e le regole: “Io che sono molto rigido vengo contestato, io che sono per la legalità totale mi si dice che non sono tifoso. Io sono per l’organizzazione che funzioni, se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati nell’ultima partita per spaccio di droga, i signori della Lazio sono arrestati in tre. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e quelli sì? C’è modo e modo di sostenere la squadra, in Inghilterra hanno allontanato gli Hooligans e riempito gli stadi di bambini, da noi invece arriva il bambino con il genitore e gli dicono di non sedersi al suo posto. Questo crea un problema, è diseducativo, quando gli adolescenti sentono i cori credono che quella sia la realtà ma quei cori sottintendono una cosa semplice: “il Napoli siamo noi”. Noi dobbiamo diventare lo specchio della legalità perché lo sport è soprattutto l’emblema delle giovani generazioni”.

Altro mirino puntato da De Laurentiis è sul ruolo dell’UEFA: “Per levare alla Uefa la cloche del comando bisognerebbe stabilire che siamo in 27 Paesi europei, in ogni Paese a seconda dell’importanza le prime x che si qualificano ogni anno devono partecipare al campionato europeo dove tutti contro tutti, sennò le palline che aprono non hanno senso, vincono sempre gli stessi. Uno dovrebbe dire: se ho vinto la Champions è bene che me la giochi contro tutti. Bisogna essere silenziosi, perché le onde negative si propagano. Tu hai la militanza contraria alla napoletanità perché tutti sanno che la napoletanità è una marcia in più e allora è temuta. Tutti i migliori avvocati vengono da Napoli, o no?”.

La stoccata finale di De Laurentiis è per le società in rosso: “Le società italiane sono tutte in rosso e ciò nonostante partecipano ai campionati. Le società in America non sono in rosso e giocano tutte nella Nba”.

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