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Spalletti: “Abbiamo l’obbligo di continuare così. Non pensiamo al derby ma allo Spezia”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
10 Min di lettura

Il tecnico toscano non rivela nulla sulla formazione. “Devo dire solo un titolare? Allora dico Osimhen”

Luciano Spalletti parla in conferenza stampa alla vigilia di Spezia-Napoli, gara in programma domani alle ore 12:30. Quella contro lo Spezia potrebbe essere la classica partita-trappola? “La partita trappola esiste se continuiamo a fare discorsi che riguardano le vittorie facili o se si è già proiettati per un finale scoppiettante. Parlare di attenzione verso il derby, allo Spezia interessano i punti salvezza che probabilmente merita per la storia per club. Lì ci sono stato e so quanto tempo dedicano come città alla squadra di calcio. Noi dobbiamo concentrarci su quello che è un match importantissimo perché sarà una partita difficile in un campo difficile e soltanto quella che è la dedizione, l’applicazione su qualsiasi tipo di partita ci permetterà di andare a sfruttare l’occasione che abbiamo. Per cui, per noi è la stessa contro chi si gioca, sempre: ci sono in palio tre punti e sono tre punti importantissimi”.

Spalletti ha lanciato un appello alla città, anche se i tifosi non ci saranno a La Spezia. Forse è il caso di aprire qualche allenamento ai tifosi, riallacciare un legame ancora più forte con loro: “A me sembra che questo contatto ci sia sempre, per quello che è l’affetto e l’amore che riceviamo giornalmente per le strade di Napoli e nei pensieri dei nostri tifosi. Bisogna fare attenzione quando si parla di allenamenti a porte aperte, perché ci vogliono delle strutture corrette e delle regole a cui attenersi. Quando l’anno scorso siamo andati a fare degli allenamenti al Maradona, delle partite al Maradona, ci abbiamo pensato anche in questa settimana per tenere allenati quelli che giocano meno. Vorremmo fare una partita durante questa settimana per far vedere anche quelli che giocano meno. Per fare questo ci deve essere l’impegno da parte di tutte e due le componenti a stare insieme. Ognuno deve continuare a fare la propria parte senza mollare di un centimetro perché il calciatore in campo ha un orecchio disponibile a quelle che sono le indicazioni dell’allenatore, ma l’altro orecchio ce l’ha per quello che è l’incitamento della curva. Se viene a mancare qualche componente è una difficoltà che ci creiamo. Se siamo tutti insieme, se avessimo avuto a La Spezia la nostra curva come l’anno scorso, saremmo stati più forti”.

Spalletti ha vinto il premio di miglior allenatore del mese di gennaio in Serie A. In molti si auspicavano un calo del Napoli proprio nel mese di gennaio: “Quando veniva detto che gennaio sarebbe stato un mese difficile, dal punto di vista nostro l’attenzione era verso la possibilità di allenarci bene. L’attenzione era verso la qualità degli allenamenti, che venissero bene, che ci fosse ritmo, un pallone che gira a mille orari, con una qualità ed una precisione che evidenzi il livello dei calciatori che abbiamo. Era questa l’unica nostra difficoltà. Sul risultato per me era difficile dirlo, ma l’attenzione so che è stata massimale ed anche la risposta dei calciatori stessi sul comportamento da avere in quelle occasioni è stata totale”.

Questo Napoli è la più bella opera d’arte di Spalletti e quando ha capito che stava nascendo? “Se ci voltiamo un pò indietro ci ritroviamo tante certezze che poi non si sono concretizzati. All’inizio c’erano dei dubbi sul nostro percorso, poi il percorso è stato segnato da dei comportanti e dei risultati che sono completamente diversi da quelli che pensavamo. Ora pensiamo allo stesso modo che gli altri non riescono a fare lo stesso nostro percorso. E’ la stessa cosa. Perchè una di quelle sei squadre non può fare quello che abbiamo fatto noi? A noi rimane l’obbligo di continuare a fare risultato affinché questi avversari non facciano come noi e ci vengano addosso creandoci delle difficoltà. Ci vuole la consapevolezza che soltanto i fatti sono capaci di scrivere la storia. Per cui questi risultati bisogna continuare a farli da qui alla fine del campionato. Perché ci sono delle squadre forti, squadre in grandissima salute tipo l’Atalanta, anche se sono a dei punti di differenza. Dico quello che mi pare. Se non ti fai trovare pronto ed attento, sul comportamento e la totale attenzione da mettere durante le partite e soprattutto durante gli allenamenti, si rischia di rimanerci male”.

Rrahmani sta tornando a dare un contributo importante: “E’ fondamentale lui per la 24-25esima parte di quello che è la composizione della rosa ed il doppio quando viene chiamato a giocare. E’ fondamentale la sua tenuta così come quella di tutta la squadra. Senza andare a fare troppe divisioni, sono fondamentali tutti nella nostra squadra, si vede quando partecipano agli eventi come domenica scorsa. Quelli che restano fuori giocano la partita mentalmente per farsi trovare pronti quando vengono chiamati in causa”.

Cosa rappresenta per lo spogliatoio tutte queste “celebrazioni anticipate”: “Non è un fatto di scaramanzia. Nessuno di noi all’inizio ha scritto che alla fine del girone d’andata avremmo avuto 50 punti. Per cui bisogna fare in modo di farsi trovare pronti e combattere contro la possibilità che una squadra possa fare altrettanto. Di strada ce ne è ancora tantissima da fare. Ci sono ancora 54 punti a disposizione ed è ancora molto presto”.

Prima di Spalletti Osimhen aveva fatto solo 4 gol di testa: “Io posso spiegare la sua crescita con il prossimo allenatore dopo di me, saranno 25 i gol di testa con il suo prossimo allenatore e magari glielo spiega lui. Poi con quello ancora dopo saranno magari 32. Osimhen ha grandi potenzialità ed andrà sempre avanti ad acchiappare numeri sempre più importanti per quanto riguarda i suoi gol. Non conta l’allenatore che c’è al momento quando lui li fa”.

Raspadori invece sta trovando meno spazio in questo periodo: “E’ per questo motivo che vorrei fare una partita durante la settimana perché voglio far mostrare la forza che questi ragazzi ci mettono durante gli allenamenti. Dovreste vedere quanto impegno ed attenzione ci mette Raspa. Ci sono ragazzi che arrivano molto tempo prima dell’allenamento per prepararsi già. E’ una difficoltà di questo lavoro qui: tenere fuori dei calciatori che fanno questo, ma bisogna tener presente tutto. Raspadori è uno di quelli che quando lo chiami ad essere della partita, come quasi tutto, riesce subito ad entrare nel contesto giusto come ha fatto contro la Roma. Questa è una fortuna che un allenatore possiede”.

A La Spezia una difficoltà in più può essere rappresentata dal campo più piccolo? “Non conosco le misure esatte del campo dello Spezia. Mi andrò a documentare se è effettivamente più stretto. In ogni caso noi ci alleniamo su tre campi qui ed uno è un pò più stretto degli altri e ogni tanto ci alleniamo lì, per cui siamo abituati. A parte gli scherzi, abitualmente si spezzano le distanze del campo normale per fare delle esercitazioni e delle partitine proprio per essere abituati a delle difficoltà maggiori che si possono creare durante le partite. Non può essere una scusante, in ogni caso, per non fare la nostra partita. Come ha detto Di Lorenzo, la difficoltà sarà proprio nell’avversario che affronteremo. Mi auguro di trovare Gotti in panchina perché ha avuto qualche problema ed è uno che merita di stare in panchina perché ha qualità. Loro son bravi anche a palleggiare perché nella fase di possesso hanno dei calciatori molto tecnici e veloci. Riconoscono benissimo questo guadagnare terreno velocemente andando ad attaccare lo spazio dietro la linea difensiva, sono le loro armi migliori. E noi dovremo essere attenti nelle coperture preventive. Dovremo fare la partita ma, allo stesso tempo, veloci nella testa di essere pronti a correre all’indietro per le loro verticalizzazioni improvvise”.

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