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Caso D’Onofrio, la Procura FIGC chiude le indagini: dubbi sul capo degli arbitri Trentalange

Redazione
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“Comportamenti disciplinarmente rilevanti” da parte del numero uno dell’AIA che finisce sotto accusa dal procuratore federale Chinè

Il capo della Procura della FIGC, Giuseppe Chinè ha notificato l’atto di chiusura indagini sulla vicenda del procuratore Aia Rosario d’Onofrio, arrestato con accuse di narcotraffico. Nel corso delle indagini sono emersi “comportamenti disciplinarmente rilevanti” del presidente dell’Aia Alfredo Trentalange che rischia ora il deferimento. L’atto d’accusa della procura della Federcalcio che, dopo aver letto le carte delle indagini della DDA (la direzione distrettuale antimafia) su D’Onofrio, ha chiuso la propria indagine sportiva rilevando “comportamenti disciplinarmente rilevanti” del presidente degli arbitri. Trentalange avrà 15 giorni per organizzare ed esporre la propria difesa, ma intanto Gravina ha inserito all’ordine del giorno del consiglio federale del 19 dicembre un punto che parla da solo: “situazione Aia: provvedimenti conseguenti“, anche con l’obiettivo di tutelare gli arbitri stessi, che in questo momento vivono una situazione molto complicata.

Al presidente dell’Aia la procura Figc imputa varie ipotesi di violazione disciplinare: dall’aver omesso di verificare i requisiti professionali e morali di D’Onofrio. E ancora i mancati controlli a seguito delle pochissime riunioni in presenza di D’Onofrio, che era ai domiciliari, fino ai dubbi sull’avvenuta reale acquisizione del suo curriculum e sulla veridicità delle dimissioni post arresto.

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