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Spalletti: “Napoli abituato a vincere su campi come quello dell’Atalanta. Osi un pò stanco”

Mauro Cucco
Mauro Cucco
4 Min di lettura
© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Luciano Spalletti commenta la vittoria di Bergamo contro l’Atalanta che proietta il suo Napoli sempre più in alto in classifica, a +8 sul secondo posto. Queste le sue dichiarazioni: “Era una partita difficile. Tutti abbiamo detto che sarebbero stati tre punti importantissimi se si fosse riusciti a vincere. Ma quali sono i tre punti meno importanti? Tutte le partite sono difficili, tutte sono importanti. C’è da essere sempre noi stessi, andare in campo e fare sempre bene, sbagliando un pò di meno rispetto a quanto fatto oggi, ma sempre con la sana intenzione di fare il terzo gol per chiudere la partita. L’Atalanta ha fatto una grandissima partita, fa più tendenza rispetto ad altre proprio come il Liverpool, per caratteristiche ben visibili. Hanno giocato una grande partita e questo dà la dimensione dell’importanza di aver portato via questi tre punti in un campo così, uno stadio bellissimo con un pubblico partecipe. Ora la mia squadra è anche abituata a venire a giocare su questi campi contro questi cori e queste difficoltà che possono crearti ambienti come questo, dando sempre il messaggio giusto per come affrontare le partite“.

Nel corso del primo tempo Spalletti chiedeva tanto a Osimhen, che cosa? “Osimhen è un calciatore che ha questi strappi, queste vampate di sostanza, di forza, di fisico e di velocità. Ogni tanto è necessario che riesca ad interpretare di più il tipo di azione che sta venendo fuori, dove i compagni possono dargli il passaggio giusto. Secondo me stasera era un pochino stanco, come tanti, perché si è giocato appena tre giorni fa e nonostante tutto ci ha messo del suo. Ha creato difficoltà ed ha fatto quello che doveva fare. Poi quando loro hanno messo i due quindi più alti lui era rimasto da solo e, di solito, riesce a fare di più rispetto a quello che ha fatto questa sera”.

Provando sempre a giocare, avete avuto dei problemi in difesa in fase di impostazione con Kim e Juan Jesus: “Per fare un calcio offensivo ogni tanto si rimane a metà campo due contro due come è successo a Kim e Juan Jesus. A campo aperto abbiamo dovuto fare dei recuperi. Ma questa è la vita di una squadra che vuole giocare a pallone, è una situazione che deve accettare. In ogni caso siamo riusciti a ricomporre la squadra dentro l’area di rigore. Simeone ha avuto la palla per chiudere la partita”.

Cosa ha Kvaratskhelia? “Ha questo dolore dietro la schiena, la botta presa da Alexander-Arnold. Abbiamo gestito i due giorni successivi, pensavamo migliorasse. Poi ieri è venuto che non riusciva per niente ed anche se è un giocatore importante noi ne abbiamo altri di cui ci si può fidare. Elmas, che ha giocato al suo posto, ha fatto qualità e quantità in maniera eccezionale. Abbiamo preferito lasciare Kvara a casa, anche perché abbiamo evitato di portarlo con noi, di andargli a chiedere come stesse, preoccupandoci anche del tipo di messaggio da trasmettere agli altri per un calciatore che non si è allenato bene. Con un solo calciatore non si va da nessuna parte. E’ il collettivo che conta”.

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