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Rocchi: “Rendere pubblici i dialoghi tra arbitri? E’ complesso, ma ci stiamo lavorando”

Redazione
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© Il Mio Napoli - Foto Marco Bergamasco

Il designatore dell’Aia Gianluca Rocchi, intervenuto nel corso del Social Football Summit allo stadio Olimpico di Roma, parla della possibilità di aprire ai dialoghi pubblici tra arbitro e assistenti. Soprattutto per quanto riguarda il VAR: “Se lo facciamo come il rugby sì, nella F1 sono filtrati. La prima cosa che verrebbe chiesta sarebbe cosa è stato tagliato. È complesso, chi sta in campo e chi sta fuori deve avere una preparazione comunicativa adeguata. Stiamo migliorando tantissimo, anche rispetto all’anno scorso, ma ci vuole ancora tempo. Da parte degli arbitri c’è apertura totale. Non ci sono segreti. Il problema di trasmettere live è che non c’è un filtro. Quello che avviene in campo lo sentirebbe il mondo intero”. 

“Perché nel rugby è possibile? C’è un’altra cultura di come lavora l’arbitro, c’è meno stress con un sistema diverso. Gli arbitri italiani stanno lavorando molto per andare verso una comunicazione che sia ascoltabile da tutti, ma stiamo facendo un percorso di crescita. Oggi non potrei mandare un audio live, perché il livello non è ancora adeguato, ma stiamo lavorando tantissimo. Stiamo facendo un lavoro di formazione enorme, in alcuni casi frenarsi non è semplice perché rischi di limitare la tua spontaneità e diventerebbe un problema al contrario. Quanto tempo ci vorrà? Dipende dai risultati – ammette Rocchi – quando ci rendiamo conto di essere pronti. Poi servirà comunque un’autorizzazione generale della Fifa, non possiamo fare come ci pare. L’importante sarà farsi trovare pronti quando sarà il momento”.

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