Ad imageAd image

Hamsik: “Napoli amore grande, ma in Champions no! Insigne come me. Allegri mi voleva. Da dirigente ci sono!”

admin
admin
7 Min di lettura

Marek Hamsik ha vinto il campionato in Turchia con il Trabzonspor che non trionfava addirittura da 38 anni. «Più tempo che a Napoli, se ci pensa. E la gioia della gente la si coglie ovunque, ancora oggi e chissà per quanto ancora. Con questo successo, sono stati capovolti i valori: nell’immaginario collettivo, le grandi sono altre e invece ci siamo imposti noi, con tre giornate di anticipo ». Napoli è un pensiero ricorrente per Hamsik («Tornerò quest’estate in vacanza, tre o quattro giorni, e non so come farò a dividermi».) che si rivela a cuore aperto in una intervista al Corriere dello Sport. «Quando ho firmato per il Trabzonspor, non avevo chiara la forza della squadra. I dirigenti e l’allenatore ci credevano e devo dire che avevano ragione loro. Io l’ho capito dopo cinque giornate e mi sono convinto che ne avevamo seriamente la possibilità. Qui il livello del calcio è notevole, l’organizzazione del club è di altissimo spessore e la scelta si è rivelata giusta. Al Trabzonspor arrivo grazie ad un amico, al quale sono legato, mi chiama e mi dice: ci andresti? E io: ci vado. Ero curioso, come sempre, volevo scoprire tutto quello che mi aveva raccontato Skrtel. E ora aspetto la celebrazione, quella con la Coppa e le medaglie, che avverrà alla prossima gara interna, dinnanzi al nostro pubblico. Non è finita la festa».

Per dodici anni a Napoli, poi in sei mesi va dalla Cina alla Svezia alla Turchia. «Devo sdebitarmi con il Göteborg: ci sono rimasto poco e ci ho giocato pochissimo, sapevano che sarei stato di passaggio ma mi hanno accolto con entusiasmo. Avevo deciso di prendermi uno spazio in vista dell’Europeo, volevo arrivarci pronto: e loro mi hanno concesso questa possibilità. Poi sono arrivato al Trabzonspor, l’ambientamento è avvenuto in maniera rapidissima, merito anche del mister – di Abdullah Avc? – che ha preso il meglio di me, mi ha cambiato posizione, mi ha lasciato libertà di espressione davanti alla difesa. E soprattutto ha rappresentato il nostro punto di riferimento». 

Sta invecchiando bene… A parte la barba, resta un ragazzino dentro: quanto Hamsik ci resta ancora? 
«Un polpaccio mi ha dato un po’ noia ma l’ho risolto e sento di poter offrire qualcosa. Il calcio, direi il campo, resta la mia vita. Scadenze non ne fisso, però due o tre stagioni mi toccano».  

La Champions League è tutta da vivere. 
«È la manifestazione più bella del mondo. C’è un’atmosfera magica, che spero di poter rivivere. Vedremo cosa accadrà, non ci è ancora chiaro se avremo accesso diretto, per colpa del ranking. Ma le situazioni sono da definire. Non oso pensare al sorteggio, alla eventualità che dalla pallina esca il nome Napoli. Non provo ad immaginare le sensazioni».  

Si dice Hamsik, si dice Napoli. 
«È stato e resta un amore grande, che ho vissuto appieno per dodici anni. Conservo amicizie, pure nella squadra ovviamente, anche se la mia riservatezza e la mia scarsa vena da comunicatore mi frenano. Ma sento quando è possibile De Laurentiis, dal quale ho ricevuto testimonianze di affetto vero che non sono mai svanite dal giorno dell’addio. Ho contatti con Maurizio Micheli, il capo dell’area scouting che mi portò in Italia a Brescia ed al quale devo tanto. Poi anche i compagni, certo». 
 
Insigne andrà in Canada.
«Penso che la storia di Lorenzo sia molto simile alla mia». 
 
Lei non riuscì a salutarsi nel modo più adeguato ai sentimenti che la legavano alla città. 
«Accadde tutto così in fretta, c’era il campionato in corso. Ma non è mai troppo tardi per rivedersi, magari organizziamo una partita di addio al San Paolo, lo facciamo con DeLa. Oppure se vogliono che quando chiudo passi a fare il dirigente, io alzo la mano e dico: eccomi qua». 

Allegri l’ha cercata per portarla al Milan, nel 2011. 
«Vero». 

E la voleva anche alla Juventus. 
«Confermo. E adesso posso rivendicare con orgoglio che la stima di un allenatore di questo spessore mi ha fatto enormemente piacere. Non gli ho mai parlato direttamente ma sapevo che mi considerava degno di giocare con lui e che ne sarebbe stato contento». 

Mazzarri l’avrebbe trascinato all’Inter, dove già l’avrebbe voluto Moratti. 
«Non posso smentire. Ma io non ho mai pensato di lasciare Napoli, non sarei mai andato a giocare in un’altra squadra italiana. Non ci sarei riuscito. Non ce l’avrei fatta». 

Dall’estero arrivarono segnali dal Real e dal Chelsea. 
«Non ricordo… È il passato. Io avevo Napoli e se qualcuno pensa che porti con me qualche rimpianto è fuori strada. Ho rinnovato per cinque volte in dodici anni, penso sia un record. Ci volevamo e ci vogliamo bene. De Laurentiis me ne ha voluto e non mi avrebbe ceduto, se non per una cifra pazzesca: gli avrebbero dovuto dare tanti soldi, ma tanti».

Ha lasciato in regalo un suggerimento: prendete Lobotka. 
«Ed ho visto ciò che ha fatto quest’anno. Non avevo dubbi sulle sue qualità, che ha finalmente potuto mostrare». 
 
Lobotka sa che è stato lei a consigliarlo al Napoli? Le manderà qualche chilo di mozzarella? 
«Lo sa, lo sa, glielo ricordo spesso. E non manda mozzarelle. Glielo ho detto che me le deve».  
 
Come si immagina Hamsik tra un triennio. 
«Ho la scuola calcio in Slovacchia e me ne prenderò cura anche in prima persona. Penso che mi verrà la tentazione di allenare i ragazzi, gli Under 15 o 16 o 17, vorrei cominciare con loro, fare un percorso, vedere se ne avrò le capacità». 

Fonte: Corriere dello Sport

Condividi questo articolo