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Spalletti: “A Milano con 16 calciatori. Rui, Insigne e Fabiàn non convocati, ma col Vesuvio dentro vinciamo anche così”

admin
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Sulla cessione di Manolas: “Aveva problemi con la società, ma sono felice per lui”. E fa autocritica: “La mia assenza nelle due partite ha pesato: mi sento responsabile. Non si ripeterà”

Luciano Spalletti parla alla vigilia di Milan-Napoli. L’allenatore toscano è costretto a fare i conti con infortuni ed emergenze: “Ci sono momenti nel calcio, così come nella vita, che ti trovi di fronte a degli ostacoli. A volte questi ostacoli sono più grossi del solito e non riesci a raggirarli. Per forza bisogna andarci a sbattere e picchiarci duro, perché vogliamo dare seguito a quella che è la nostra strada, la ricerca dei nostri obiettivi, perciò ci confrontiamo con ciò che abbiamo davanti, senza fare troppi ragionamenti sugli assenti che avrebbero potuto darci una mano. E’ con quello che abbiamo a disposizione che possiamo vincere la partita. Andiamo a giocarla per quello che è il nostro obiettivo: portare a casa i tre punti”.

Cosa ha detto Spalletti per motivare chi va in campo? “La dobbiamo un pò smettere pure noi ad accettare il giochino degli infortuni e di chi manca. In questi momenti qui c’è bisogno di esempi, di far parlare di esempi. C’è bisogno di corsa, di cuore e di metterci quel coraggio che poi ti dà la possibilità di trovare delle soluzioni. Abbiamo una rosa per la quale abbiamo a disposizione 16-17 giocatori ed è un numero sufficiente per andare a giocare le partite contro chiunque. Vogliamo essere ambiziosi e questo dipende unicamente da noi, ottenere dei risultati può non dipendere da noi ma il nostro comportamento deve essere sempre molto chiaro. Il calcio sa essere drammatico perché un episodio, talvolta, può rovinare il lavoro preparato in settimana. Ma l’episodio a volte può girare a favore, a volte contro. L’importante è l’atteggiamento da tenere in campo”.

Con la cessione di Manolas ora ci sono solo due centrali difensivi, in attesa del rientro di Koulibaly: “E’ una storia che riguarda il rapporto tra il calciatore e la società. Ma, ripeto, è con quelli che ci sono che possiamo andare a vincere la partita domani. Per cui, di Manolas non parlo. Cerco di vivere la storia dei miei calciatori stando dentro ad un gruppo ed averlo visto felice nella presentazione con la nuova squadra mi rende felice”.

Rispetto a quanto detto in estate, Spalletti non si è incatenato per Manolas: “Noi abbiamo delle necessità ed è chiaro che ci sono. Ma a me la rosa piace in tutti i suoi petali”.

Forse contro l’Empoli la presenza di Spalletti in panchina sarebbe ancora in panchina: “So bene che ho creato dei problemi ai miei calciatori facendomi espellere. Quando non ci sono mi sento a disagio e so quanto è importante la presenza di ognuno di loro. Io non ho fatto la cosa giusta ed ho penalizzato la squadra in queste due partite, per cui la responsabilità della sconfitta in queste ultime due partite è mia e non mi succederà più. Sono stato male senza la squadra”.

“Mario Rui, Insigne, Fabiàn e Koulibaly non sono convocati. Si fa prima a dire chi c’è. Gioca Ghoulam? Questa è una decisione che prenderò io…”

Che Milan si aspetta? E l’Inter è in fuga? “Mi aspetto il Milan che ho visto in questi due anni, nel lavoro che ha fatto Pioli. In generale, al di là del momento, è importante il passo che ha avuto la squadra con lui, mostrando qualità assolute sia nel modo di stare in campo a livello di squadra sia nelle scelte dei singoli campioni che ha a disposizione. Non voglio andare a giocare contro squadre che hanno momenti di difficoltà, voglio giocare contro squadre forti perché io sono convinto di essere una squadra che può giocare contro le squadre forti. Non ho bisogno di peggiorare gli altri per esibire la mia forza e la mia qualità. Noi domani dobbiamo giocare la partita, dobbiamo essere una squadra forte e viva. Il Vesuvio non deve essere la cartolina di Napoli, ma averlo dentro di noi”.

Insigne ha detto che in molti non lo hanno capito: “Solo un allenatore che ha perso il senno potrebbe rinunciare alle qualità di Insigne e va detto che lui è un buon capitano. Io mi sono trovato bene sin dal primo momento con lui e mi è sembrato abbastanza in sintonia con la figura che mi ero fatto da fuori. E’ un calciatore che ha un cuore, perché voleva giocare dall’inizio contro l’Empoli ma sapevo che non aveva più di 70 minuti nelle gambe. Io ho ceduto, ho approfittato della sua disponibilità, ma io dovevo ragionare nella maniera corretta e sapevo che per lui 70 minuti erano troppi”.

Ultimamente la squadra è venuta un pò meno nella qualità delle scelte, nonostante la mole di gioco: “Nel prendermi la responsabilità di quello che è accaduto con la mia espulsione, si può aggiungere che abbiamo perso qualche palla di troppo che sono costate corse e metri. E’ stata la partita dove abbiamo perso più palloni dall’inizio del campionato. Ci si può mettere anche questo come causa della sconfitta. Un pallone perso, un contrasto perso, un duello mancato rappresentano la sommatoria di tutti i nostri errori. Quando si perde la partita non è mai un singolo episodio”.

Sembra che dopo San Siro il suo Napoli non riesca a fare più bene quello che faceva alla perfezione prima: “No, secondo me non ha smesso ma lo ha fatto a tratti. Alla squadra vado a dire dei sentimenti veri con i quali convivo giornalmente. Per sentirmi bene con me stesso devo andare ad allenare come fossi per sempre l’allenatore del Napoli e non devo andare a pensare alle partite precedenti. Devo trasferire loro il fatto che debbano sempre scendere in campo come se fossero per sempre calciatori del Napoli. Ultimamente abbiamo sì sbagliato delle cose, ma abbiamo continuato a far bene altre. Dal punto di vista degli episodi siamo in credito. Non so se domani verrà risarcito questo credito, ma domani dovremo avere due lauree alla fatica ed al saper condizionare i momenti quando le cose non ci riescono. Perché può darsi che le lezioni che abbiamo ricevuto non ci bastano, ma noi saremo per sempre quello che facciamo, nell’intenzione di voler migliorare il nostro futuro”.

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