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Napoli, si indaga sull’affare Osimhen. ADL: “Non sono preoccupato perché sono un guerriero”

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Il presidente dei partenopei ha parlato al New York Times, che analizza l’operazione

Napoli, tra le indagini sulle plusvalenze c’è anche quella sull’affare che ha portato Osimhen a vestire la maglia azzurra: come spiegato dal New York Times, non è il prezzo del cartellino del nigeriano a generare sospetti, bensì quelli delle contropartite che sono state inserite nella trattativa. Queste, infatti, hanno permesso di ridurre i costi per il club partenopeo, visto che Osimhen è stato (sulla carta) l’acquisto più costoso della sua storia: secondo quanto riportato dal giornale americano i 20,1 milioni risparmiati grazie alle contropartite sono risultate come un guadagno sui libri contabili del Napoli, permettendo di soddisfare le leggi finanziarie imposte dalla UEFA e dalla federazione italiana.

Questa pratica, detta anche plusvalenza, è risultata determinante soprattutto nel periodo pandemico che ha portato un crollo dei guadagni a causa della chiusura dello stadio etc…Tutti questi disagi economici hanno reso difficile i movimenti finanziari, facendo risultare difficile ai club bilanciare i propri conti rispettando le regole dell’FFP.

I documenti ufficiali mostrano che il Lille ha incassato 71,25 milioni con la cessione di Osimhen, mentre il costo delle contropartite è di 20,1 milioni di euro. Solo uno però, ovvero Karnezis, è apparso in partita con il Lille, mentre gli altri tre sono tornati in Italia, giocando nei gradini più bassi del calcio italiano. Solo uno di loro gioca ad un livello semiprofessionale.

Nonostante le accuse, il presidente De Laurentiis è tranquillo, e queste sono le parole che il patron azzurr ha espresso a telefono allo stesso New York Times: “Non sono preoccupato perché sono un guerriero”.

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