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ADL: “Caro Draghi, siamo tutti in rosso! Campionato falsato. SuperLega non risolve problemi”

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De Laurentiis a ruota libera: “Il Mondiale in inverno è una ca..ta! Spalletti sempre stimato. Napoli-Verona? Cercherò risposte dai miei calciatori in ritiro. Rinnovo Insigne? Vedremo, ma forse non basterà cedere un calciatore per ripianare il bilancio”

Aurelio De Laurentiis torna a parlare. Lo fa dopo quattro mesi di silenzio stampa da un albergo di Roma, l’Hotel St. Regis. La sua conferenza stampa parte dal Covid: “Sono stati momenti difficili che non ci aspettavamo, ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato avere questo problema nel mese di marzo e dover ritardare la fine del campionato stesso, senza avere il tempo e lo spazio per programmare l’annualità che si è tenuta quest’anno, non è stato facile. Erano stati rinviati gli Europei ed è stata fatta una rincorsa affannosa tra preparazione sportiva e calciomercato. Le istituzioni invece di tutelarci ci hanno creato problemi non da poco di fronte a quella che definisco una vera e propria terza guerra mondiale, la più difficile e la più imprevedibile”.

Istituzioni, come quelle inglesi, che non mollano la semifinale e la finale dell’Europeo. Poi l’attacco al Premier Draghi: “Mi chiedo se sia più importante giocare una partita che preservare la salute dei popoli? Draghi dovrebbe prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo. L’80% sono uomini che lavorano per il Paese. Caro Draghi, perché ti disinteressi completamente al mondo del calcio? Perché tu che hai una grande credibilità e rispettabilità in Europa, non convinci i tuoi colleghi di posticipare l’inizio di tutti i campionati verso una data che sia foriera di serenità dal punto di vista vaccinale”.

De Laurentiis rivela che tutte le società sono in rosso: “L’industria calcio ha oltre un miliardo di perdite ma non mi sembra che il governo italiano abbia preso provvedimenti, aprendosi all’innovazione, alla sburocratizzazione e trovare una soluzione di fronte ai debiti in rosso delle società. Perché è inutile nasconderlo: siamo tutti in rosso. Caro Draghi, ti prego e ti scongiuro: c’è tanto da lavorare nel calcio, non è stato mai fatto nulla, per 40 anni c’è una legge che tutti ritengono ingiusta ma che nessuno cambia. E lo sapete perché? Perché tutti dicono che spetta al governo, ma il governo non fa nulla”.

napoli

Cosa è successo in Napoli-Verona? “Rimproverarsi o rimproverare qualcosa a qualcuno è sempre la strada più facile. E’ stato un anno e mezzo improprio perché con il Covid e senza la presenza sugli spalti del dodicesimo uomo in campo, le partite sembravano quasi giocate in un acquario. Arrivare alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa, perché giochi sul filo di lana, in cui sei stato bastonato diverse volte già durante l’anno, in cui meritavi di più ed in cui c’era stato l’episodio del Cagliari che ci aveva creato dei patemi d’animo. Non ho nulla da recriminare ma è stato un anno falsato, facendo un assist agli Europei, a chi governa il calcio. Ed ancora oggi abbiamo stabilito che partiamo il 22 agosto senza sapere se possiamo ospitare i tifosi. Vorrei che alcuni miei colleghi direbbero che ho ragione e convinciamo 7-8 squadre a non partire. Chissà se qualcuno ci ascolterà”.

Che cosa pensa della superlega? Il Napoli poteva starci dentro? “Florentino Perez non mi ha mai contattato. Io non sono mai stato a favore della Superlega perché ne faccio una questione economica. Ma non è che tu facendo un super torneo a 12, dove inviti tu gli altri, hai risolto i problemi dell’economia del calcio. Sono anni che dico che dobbiamo organizzare un campionato europeo più equilibrato, che non si vada ad estrazione attraverso i sorteggi. Italia, Francia, Inghilterra, Germania e Spagna meriterebbero un torneo europeo a parte, da giocare il martedì, con tutte le prime sei dell’anno precedente. Io sono passato dalla Champions con Mazzarri con una squadra dal tetto ingaggi di 32 milioni ad una Europa League con 150 milioni. Qualcosa non quadra, anche perché il montepremi della Champions è sempre lo stesso”.

Come si risolve, allora, la faccenda SuperLega? “Dovrebbe prevalere il buonsenso e se dovesse prevalere il buonsenso tutti gli attori dovrebbero sedersi attorno ad un tavolo. E’ vero che va rispettata la democraticità dello sport, per cui il Crotone potrebbe battere la Juventus, ma le società di calcio non sono dei club ma delle spa e finalità lucrative, per cui creare un torneo scompensato disomogeneo non si rispetta il concetto del lucro. Pure il Mondiale di inverno in Qatar è una super ca..ta. Io lo ho sempre detto: ma perché dobbiamo dare i calciatori alle Nazionali? E perché dovrei dare i giocatori per le Olimpiadi?”.

Come giudica Luciano Spalletti? “Lo ho sempre stimato. Lo volevo già prima che andasse alla Roma, quando era ancora sotto contratto con lo Zenit. Mi disse che non si poteva muovere e noi virammo poi su Sarri. Contro le sue squadre abbiamo sempre sofferto. Ha saputo gestire a Roma una situazione difficile come l’addio di Totti”.

Sul rinnovo di Insigne? “Con Insigne non ci siamo proprio visti perché con la necessità di finire il campionato e la partenza per il ritiro con la Nazionale non c’è stata la volontà di incasinare il tutto. Ci siamo detti, ci vediamo a fine Europeo e poi vada come vada”.

Due anni senza Champions per una società come il Napoli sono tanti: “Va rivisto il libro paga dei calciatori, in base alla sua capacità di fatturato. In un mercato dove sono tutti afflitti dall’aver perso molti soldi, bisogna rivedere il monte ingaggi. Ciò non va visto come ridimensionato ma, alla luce di quanto accaduto, vanno ricalibrate le spese in eccesso. Ci sono squadre che fatturano molto più di me che da anni non mi pagano. Oggi pochissime aziende nel calcio sono sane”.

Per ripianare il bilancio basterà vendere qualche calciatore? “Forse non basterà. Sarà conveniente vendere quei giocatori che hanno aumentato a dismisura quella parte salariale che il Napoli non può pagare. Purtroppo il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, quello di avere fiducia nelle autorità. Tutti sono andati a casaccio, tutti pensavamo che sarebbe finita prima la pandemia e presi dall’entusiasmo sono stati fatti degli acquisti. Forse un paio di acquisti non li avrei dovuti fare (vedi Osimhen ndr), ho investito e dall’altra parte mi dicevano che ho un contratto di 5 o 2 anni che non posso rispettare. A quel punto avrei dovuto arrabbiarmi ed invece ora penso al futuro”.

Una cosa che avrebbe voluto fare e non ha fatto: “Verona-Napoli? Ad un certo punto, viste alcune partite in cui il mister non si sentiva in forma e visto che nei salotti televisivi vi erano tutti ex calciatori che lo conoscono, ho evitato che si potesse speculare istituendo il silenzio stampa. Non ho mai voluto esonerare Gattuso, ma l’avevo visto dolente ed un paio di volte assente e per questo decisi il silenzio stampa. Organizzai una riunione all’Hotel Britannique con i calciatori a cui dissi che lo stipendio di gennaio lo avrei pagato in anticipo, ma l’allenatore resta e va rispettato. Benìtez? Con Rafa mi sento ogni 4-5 mesi. E’ rimasta una grande sintonia tra noi.

Se il Napoli fosse andato in Champions, quale futuro per Gattuso? “La decisione di esonerare Gattuso era già stata presa. Infatti avevamo preparato un altro tipo di testo, se avessimo vinto la partita col Verona. Non c’è stata una continuità effettiva perché avevamo perso delle partite che non dovevamo perdere, ne abbiamo vinte altre senza le quali ci sarebbero stati problemi. Io conosco bene il suo manager Mendes. Sul rinnovo del contratto non ci siamo trovati in linea”.

Da Napoli-Verona non sono arrivate risposte: “Vorrò parlare con loro in una cena a Dimaro o a Castel di Sangro, trovando delle risposte che non arriveranno mai, almeno per voi giornalisti. Le strategie di mercato? Soltanto quando avremo definito con l’allenatore dove andare ad operare e se il mercato ci consentirà di operare in uscita. Spalletti lo vedrò venerdì: ci siamo dati appuntamento alle 12:30 a Castel Volturno. Nessuno è incedibile per delle proposte appropriate”.

De Laurentiis teme quello che ha scritto il Procuratore Cantone, ovvero sull’infiltrazione della criminalità organizzata anche nel calcio? “E’ una pubblicazione di Declan, edito da Rizzoli, che mi ha dato anche l’idea di produrne una serie televisiva. Quella di Cantone è successiva. Da queste pubblicazioni viene fuori che il calcio è tutto corrotto. Calciopoli fa ridere rispetto a quello che c’è scritto in questi testi, perché si parla di un nomignolo sostitutivo di un nome vero, come quello di Dan, da Singapore, dove la mafia calabrese di nuovissima generazione, insieme ai messicani, gestiscono il calcioscommesse. Girano 500 miliardi di nero all’anno. Con questi soldi si possono far eleggere presidenti di importanti stati del mondo, figurarsi entrare nel mondo del calcio. Il bello è che è tutto scritto, con tanti di date e informazioni, ed è possibile che nessuno di voi giornalisti abbia letto questi saggi?”.

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Forse dopo quel Napoli-Verona non sarebbe stato meglio mandare un tesserato quantomeno per scusarsi con i tifosi? “Con i tifosi posso scusarmi soltanto io. Io dialogo con loro, ci sono tifosi che mi amano e che mi odiano, ma il tifoso ha sempre ragione. Lui non ha interesse alla salvaguardia dei conti economici, a lui interessa solo vincere e lo capisco. Il silenzio stampa è stata una panacea, poiché gli ex calciatori presenti nei salotti televisivi tentano lo scoop e sicuramente avrebbero messo in difficoltà il rapporto allenatore-società. Sono state dette cose inesatte, per questo ho deciso per lo stop e toglierlo dopo l’ultima partita sarebbe stato inutile”.

Sul caso Salernitana: “E’ difficile dare un giudizio, schierandosi da una parte o dall’altra. Credo ci siano delle interpretazioni diverse. Certo è che se in Serie A non posso avere due società, nel momento in cui sto lottando per la promozione mi dovrei preparare i documenti”.

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