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Juventus-Sarri, l’ex Napoli in pole: i tre motivi che fanno pensare il contrario

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Al di là dei chiacchiericci, dei rumors e delle indiscrezioni giornalistiche, una società come quella della Juventus non si muove mai improvvisando. Se da anni domina in Italia è anche per quella capacità di programmazione che le consente di agire in anticipo o comunque di non lasciare nulla al caso. Agnelli dunque, in cuor suo sapeva che Allegri non sarebbe stato più l’allenatore della Juventus dall’istante in cui i bianconeri hanno subito l’eliminazione dalla Champions League per mano dell’Ajax. Da quel momento il duo ParaticiNedved (eredi di Beppe Marotta) hanno cominciato a muoversi per individuare il profilo del nuovo tecnico.

I NOMI – Benché circolano diversi nomi, il giorno in cui la società ha comunicato la separazione ad Allegri aveva anche già ben chiaro chi ne avrebbe preso il posto. Scremando la lista dei papabili sostituti, si fanno insistenti le strade che portano a Simone Inzaghi e Maurizio Sarri. È di oggi invece la notizia che vorrebbe Pep Guadiola il prescelto: addirittura lo spagnolo avrebbe già firmato un quadriennale.

SARRI, PERCHÉ NO – L’attuale allenatore del Chelsea non andrebbe escluso a priori: nel calcio mai dire mai. Ma per tutta una serie di ragioni resta difficile immaginare un suo approdo sulla panchina dei campioni d’Italia. Primo: vincere è l’unica cosa che conta. È questo il motto che accompagna i bianconeri in ogni match di ogni competizione e che di conseguenza si pone in completa antitesi con la filosofia concepita dal tecnico dei Blues. Sarri è un sognatore, come da lui stesso ammesso: non gli interessa solo vincere ma anche il come ci si arriva alla vittoria. E a quest’ultima si giunge attraverso la sua idea di calcio che abbiamo imparato ad apprezzare nei tre anni napoletani. Un’idea fatta di precisi schemi, meccanismi e movimenti tali da costituire dei dogmi. E da qui scaturisce il secondo motivo.

Secondo: il vincere è l’unica cosa che conta presuppone l’immediato ottenimento di risultati. In serie A non puoi sbagliare, figurarsi se si tratta della panchina della Juventus. Il gioco sarrista però necessita di tempo per raggiungere la perfezione dei suddetti meccanismi. Quanto tempo sono disposti a concedere a Torino dove si vuole tutto e subito? Terzo: Sarri è sempre stato un personaggio fuori dagli schemi, tendente all’anticonformismo. Il suo stile, in campo e fuori, la sua dialettica schietta e spesso priva di bon ton, possono far storcere la bocca a un ambiente dove lo stile è tutto. Dunque, il che se ne dica, resta improbabile un approdo di Sarri sulla panchina della Juventus.

E SE INVECE… – Intanto se i bianconeri non hanno annunciato la nuova guida tecnica è solo perché occorre aspettare la fine di tutte le competizioni. Non tanto la finale di Europa League, dove è impegnato Sarri, quanto quella di Champions. Pochettino o magari, il colpo grosso Klopp: chissà se l’eventuale vittoria della coppa potrebbe segnare la fine dell’avventura inglese del tedesco. Chissà se a prescindere dall’esito della finale, Klopp possa decidere di tentarne una nuova e provare a vincere quella Champions che finora ha sfiorato due volte (in attesa del terzo tentativo) e che a Torino è una vera ossessione.

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