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Napoli, il problema è la mentalità. E sia lodato Alex Meret

admin
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Se c’è ancora la benché minima possibilità di compiere un’impresa capovolgendo il risultato dell’Emirates e acciuffare le semifinali di Europa League, lo si deve ad Alex Meret. Il portiere azzurro è stato autore di almeno 2 interventi che hanno impedito un passivo più pesante, rendendo il ritorno al San Paolo una mission impossible. Del resto i tanti apprezzamenti spesi nei suoi confronti – considerato dai più fenomeno e futuro della Nazionale (in coppia con Donnarumma) – sono stati ben ripagati. E un plauso va anche alla società azzurra, capace di accaparrarsi un talento che partita dopo partita conferma le sue qualità. Per anni il Napoli potrà star sereno tra i pali. A meno che non arrivi una di quelle proposte indecenti che costringono alla solita vendita di un proprio gioiello.

Il Napoli è uscito distrutto dalla sfida con l’Arsenal, non tanto per il risultato. Quanto per come ha affrontato una sfida alla quale ci si preparava, soprattutto mentalmente, da settimane

Considerato che l’Europa League è rimasta l’unico obiettivo di una stagione altrimenti anonima, la paura con cui si è scesi in campo ha evidenziato una squadra priva della giusta mentalità. Una prestazione che né Ancelotti, né (probabilmente) gli stessi giocatori si aspettavano. Una mancanza di quel coraggio chiesto dal tecnico ai suoi che sottolinea come, ancora una volta, nei momenti decisivi il timore abbia il sopravvento.

Sembra dunque che per ora, non ci si possa permettere di affrontare determinate sfide a certi livelli. Per cui, la chiamata alle armi in vista della gara di ritorno da parte degli stessi giocatori, la richiesta di un San Paolo infuocato e l’affidarsi a ricordi di imprese storiche già compiute, resteranno vani se tra 6 giorni si avrà nuovamente un atteggiamento pavido. Il crederci va bene, ma alle parole dovrà seguire un cambio di rotta reale. Non come quello che avrebbe dovuto esserci dopo le brutte prestazioni contro Empoli e Genoa.

E forse, le ultime gare di campionato sarebbero dovute essere state considerate campanelli d’allarme, non percepiti invece dagli azzurri. Come lo è stato invece per Ancelotti

Infatti i match di avvicinamento alla sfida contro l’Arsenal non sono stati positivi: 6 reti subite nelle ultime 4 partite, un solo punto nelle ultime 2 e prestazioni svogliate. Ed è stato un errore giustificarle facendo appello a scarse motivazioni dovute a mancanza di obiettivi. La giusta mentalità si acquisisce vincendo anche gare dall’apparenza inutili ma preparatorie a sfide decisive. Non si accende e spegne a piacimento in base al tipo di gara da affrontare. Ma questo Ancelotti lo sa, ed è per questo che non è stato contento delle ultime partite di campionato, conscio che non ci si stava avvicinando alla gara contro l’Arsenal nel migliore dei modi.

Un piccolo, minuscolo aspetto positivo tuttavia c’è. Il risultato sarebbe potuto essere più rotondo. Vero è che il Napoli le sue occasioni con Insigne e Zielinski le ha avute, ma è pur vero che i Gunners avrebbero potuto segnare di più. Tra una settimana il ritorno al San Paolo: gli azzurri sono chiamati ad una reazione. Ma potrebbe non essere sufficiente.

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