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L’Italia calcistica ripiomba nel buio: ennesimo episodio di razzismo

admin
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L‘Italia calcistica, ieri sera, è ripiombata negli abissi più scuri del ritardo culturale. Da sempre, quella sportiva è stata un’arma fondamentale per promuovere valori ed idee nazionali, per promuovere una cultura in tutti gli angoli del globo. L’Italia, da sempre, è stata da sempre esportatrice di cultura, in tutte le sue più svariate forme. Lo sport è stato usato da chiunque per arrivare ai cuori ed alle menti delle persone: lo ha fatto Hitler nel 1936 con l’organizzazione dei Giochi Olimpici tenutisi a Berlino, senza dimenticare l’enorme importanza che il Duce, Benito Mussolini, aveva dato alla Nazionale Italiana bi-campione del mondo.

Se l’Italia è sempre stata in grado di insegnare, è anche vero che oggigiorno questa capacità di esportare l’immenso blasone sportivo nazionale stia scemando sempre di più. Ed anche ieri sera, un brutto episodio di razzismo e d’ignoranza ha sommerso letteralmente il risultato della partita tra Cagliari e Juventus. Durante la gara, terminata 2-0 in favore dei bianconeri, ci sono stati degli ululati razzisti rivolti a Blaise Matuidi e Moise Kean, che ha poi risposto alla piccola parte del pubblico sardo con un’esultanza provocatoria. Era già accaduto a Kalidou Koulibaly lo scorso 26 dicembre, durante la gara tra Inter e Napoli; in quel caso, il giocatore azzurro ebbe una reazione spropositata nei confronti del direttore di gara, reo di non essere intervenuto per placare gli animi.

Nel giorno in cui l’Italia calcistica ha perso il cosiddetto “Boxing Day”, vi è stato un altro passo indietro nel progresso sportivo. Un giorno sembra che si voglia migliorare, ma poi tutto svanisce nel nulla.

Ogni volta che dallo stadio si levano urla razziste ed offensive, ogni volta che un giocatore viene fischiato per il colore della sua pelle, allora l’Italia calcistica regredisce in maniera esponenziale verso gli abissi più scuri del ritardo culturale.

A quanto pare, non bastano affatto campagne pubblicitarie o squalifiche di 4 turni: in Italia, a malincuore anche quella calcistica, “non siamo in grado d’insegnare nulla.”

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