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Napoli svuotato: mancano i gol e spettatori (pochi) al San Paolo

admin
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Napoli vuoto. Di gol e spettatori. Lo fa notare l’editoriale di Francesco De Luca sulle pagine sportive de Il Mattino. Dopo quasi tre mesi (0-0 con il Chievo il 25 novembre) Napoli senza gol al San Paolo. Tante occasioni e zero reti nello stadio vuoto, scivolando a -13 dalla Juve: la sfida del 3 marzo con la capolista a Fuorigrotta varrà solamente per l’onore.

C’è da riflettere su questa negativa fase degli attaccanti perché nelle ultime quattro partite vi sono stati tre 0-0: non è un caso.

Tre gol (e tre punti) soltanto contro la Samp, oltre a quelli segnati a Zurigo contro il primo modestissimo avversario di Europa League. Questione di sfortuna ma anche di poca freddezza e precisione in un campionato che non ha nient’altro da raccontare. Gli stimoli ci sono pure, ma i gol no. Si è spenta da tempo la luce di Mertens, che verrà probabilmente congedato a fine stagione; Insigne raramente efficace e Milik non fa compiere il salto di qualità. Verdi non è stato un valore aggiunto e non soltanto per i frequenti infortuni. Sul materiale a disposizione ci sarà da interrogarsi in estate.

L’eventuale avvicinamento alla Juve – molto complicato per i capitali che il club bianconero investe – deve essere pianificato da De Laurentiis più che da Ancelotti, che in questi mesi ha sfruttato le risorse a disposizione. Il tema degli investimenti da fare, e assicurati dal presidente pochi giorni fa a Zurigo, verrà presto messo sul tavolo anche se le linee programmatiche sono già chiare, perché ispirate ai percorsi del passato: calciatori giovani, anche con un costo del cartellino elevato ma dallo stipendio contenuto per non squilibrare il monte-ingaggi.

Vuota la porta di Sirigu, vuote le tribune del San Paolo. La sollecitazione di De Laurentiis dopo le scarse presenze registrate al San Paolo nelle prime partite del 2019 – meno di 20mila spettatori per Lazio e Sampdoria – non è stata raccolta perché a Fuorigrotta si sono presentati in 21mila.

Desolante per Ancelotti, abituato a dirigere le sue squadre in stadi esauriti, e per gli azzurri, che hanno tentato di opporsi finché è stato possibile alla furia della Juve in campionato. Si è aperto il dibattito su queste assenze ed è stato riproposto il tema del sofferto rapporto tra il presidente e una parte della tifoseria. Ma, se è tale, lo è anche nei momenti belli e in questi anni ne sono vissuti tanti in uno stadio pieno. E allora il problema qual è? La lettura più corretta e semplice è questa. Il campionato che non offre prospettive pesa su questo allontanamento, che è fisico e non affettivo perché resta solido il feeling con un gruppo di giocatori che è stato escluso dalla Champions per la differenza di un gol e ha blindato il secondo posto in classifica. Risultati senz’altro significativi ma che non riescono a spingere, a prescindere, la gente a Fuorigrotta.

Fonte: Il Mattino

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