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De Napoli: “Contro il Milan troppe occasioni sprecate. Ancelotti? Che grande persona”

admin
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“Non è stato un grande spettacolo, ma il Napoli non è andato a Milano per pareggiare. Ha avuto tante occasioni che non è riuscito a sfruttare. Si riscatterà martedì”. Quattro scudetti diviso due, per Nando De Napoli, 55 anni a marzo, una vita in azzurro (dal 1986 al 1992) e due anni in rossonero (fino al 1994), testimone dell’epoca più brillante targata Maradona: “Ma non c’era solo lui, è giusto ricordarsi di tutti gli altri: Careca, Giordano, Carnevale”. Una squadra fortissima che “ha vinto meno di quello che avrebbe meritato”. Ad esempio: gli scudetti potevano essere tre. Così l’ex azzurro a Tutto Napoli.

Ecco che ritorna Milan-Napoli… “Non è un ricordo positivo, ma come si può dimenticare una partita simile? Quando le due squadre tornano ad affrontarsi la mente vola sempre lì”.

Riepilogo: 1 maggio 1988, il Milan vince 3-2 al San Paolo, scavalca il Napoli, conquista il primo posto che poi vorrà dire scudetto… “Fu una partita strana. Il Milan giocò meglio, erano più forti, arrivavano primi su tutti i palloni. Non so nemmeno come riuscimmo a fare due gol (ride, ndr). Quella squadra, allenata da Sacchi, andava a mille”.

Come si consolano i rimpianti? “Ma il rammarico va oltre quella stagione. Il mio Napoli meritava di vincere molto di più. Siamo felici per gli scudetti, la Coppa Uefa e tutti gli altri trofei, ma potevamo fare molto di più. Un vero peccato”.

Trentuno anni dopo, è sempre Milan-Napoli… “Non è stata una bella partita, non c’è stato un grande spettacolo. Il Napoli ha provato a vincerla ma non c’è riuscito. Troppi errori in zona gol. Si riscatterà martedì prossimo in Coppa Italia, che è un obiettivo importante come l’Europa League”.

San Siro ha dedicato un’accoglienza straordinaria ad Ancelotti… “La meritava per ciò che ha vinto e per la persona che è. Ho conosciuto Carlo, ho lavorato con lui. So chi è”.

Cioè? “Una persona meravigliosa, cordiale, educata, sincera e leale. Sa fare gruppo. Pochi parleranno male di lui. Non ne avrebbero motivo”.

Che sfida era con Maradona? “Tra i due c’è sempre stato grande rispetto. Entrambi davano il massimo, in campo, ma lo facevano con lealtà. Due campioni. E sono stato fortunato ad incontrare entrambi”.

Riavvolgiamo il nastro… “Ho conosciuto Ancelotti in occasione dei Mondiali in Messico nel 1986. Non pensavo di giocare, invece Bearzot mi fece debuttare al suo posto, contro la Bulgaria, nella prima giornata della fase a gironi”.

Come la prese, Ancelotti? “Mi aiutò, mi diede tanti consigli. Nonostante la delusione per l’esclusione, accompagnò la mia vigilia dandomi tanta forza. Avevo appena ventidue anni. Un episodio che non si dimentica”.

L’ha ritrovato alla Reggiana, stagione 1995/96… “Fu una bellissima annata. Arrivammo terzi conquistando la promozione in Serie A. Carletto (lo chiama così) era all’inizio della sua carriera in un club ma aveva già le idee chiare. Era preparatissimo tatticamente e riusciva a trasmettere le sue idee alla squadra con grande serenità”.

Le piace il suo Napoli? “Sì, anche perché stanno giocando tutti. Forse è stato questo il principale limite di Sarri. Lo scorso anno si poteva fare qualcosa in più, in chiave scudetto, nella gestione della rosa”.

Chi è il De Napoli di Ancelotti? “Ma a centrocampo sono tutti forti. Spero non vada via Allan, che è indispensabile, ma anche Fabiàn mi ha stupito: s’è rivelata una grandissima scoperta. Questo centrocampo è forte come il nostro. Ma in attacco eravamo superiori”.

Con Maradona si partiva da 1-0 o 2-0?  “Ma non c’era solo lui. Ricordiamoci di Careca, Giordano, Carnevale. Una squadra fortissima. Potevamo vincere di più”. Un tarlo, anche a distanza di anni
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