Ad imageAd image

Diawara: “Un onore lavorare con Ancelotti. Ma quanti anni ha Fabiàn? Campionato ancora lungo”

admin
admin
5 Min di lettura

Amadou Diawara è intervenuto alla radio ufficiale del Calcio Napoli. Il regista della Guinea a Kiss Kiss Napoli comincia il salottino parlando della sua crescita professionale: “Ho giocato a pallone fin da bambino e sono molto contento di me stesso. Ho cominciato che era tutto per divertirsi ed ora sono un calciatore professionista. In allenamento cerco sempre di migliorare ogni giorno, anche se scendo in campo innanzitutto per divertirmi, perchè per me il calcio resta comunque un divertimento. Mister Sarri mi ha fatto crescere tanto e con Ancelotti sto maturando giorno dopo giorno. Sono molto felice qui a Napoli: non è stata una scelta sbagliata venire qui”.

Diawara sta trovando maggiore spazio: “Le scelte sono dell’allenatore che mette a volte Hamsik, Allan o Fabiàn a centrocampo. Sta a noi farci trovare sempre pronti. Siamo contenti che mette chiunque, così giochiamo tutti”.

Il suo rapporto con Ancelotti: “E’ un grandissimo onore lavorare col mister. E’ una persona perbene e per m può essere solo un vantaggio lavorare con un allenatore del suo calibro”.

Un gruppo sempre più unito: “Siamo un grande gruppo e andiamo tutti d’accordo. Giocare nel Napoli non è facile perchè ci sono tanti grandi campioni qui per cui chiunque giochi, chiunque il mister faccia giocare, siamo competitivi per vincere”.

Ma la Juventus è ancora raggiungibile? “Il campionato non è ancora finito, anche se sappiamo che è difficile. Cerchiamo di continuare così, accumulare più punti possibili ed arrivare a competere fino a maggio”.

Ora la doppia sfida col Milan: “Contro il Milan saranno due partite molto toste e non sarà facile neanche per noi fare avanti e indietro da Napoli a Milano. L’avversario non è semplice da affrontare ma noi abbiamo la speranza di poter fare molto bene”.

Si torna a Milano dopo i buu razzisti: “Il calcio deve rendere felici tutti, quelli meno fortunati, e non deve essere una lotta contro una razza o un colore della pelle. Il calcio deve essere una festa e deve dispensare felicità”.

Diawara su Fabiàn si chiede sempre come faccia ad essere così forte: “A volte vedendolo giocare mi chiedo se non ha già 30 anni. Ogni volta gli chiedo ‘ma quanti anni hai?’ Perchè gioca benissimo”.

L’anno scorso il gol al 93′ contro il Chievo che lo fa emozionare: “E’ stata una giornata che non sarà facile dimenticare. Ero anche in un momento in cui stavo giocando poco e quel gol al 93′ ha fatto esplodere lo stadio tale da rimanere senza parole. Ho ricevuto tanti messaggi ed anche fuori la porta di casa ho trovato tante lettere di ringraziamento”.

L’Europa League sarà un obiettivo: “L’Europa League è un nostro obiettivo ma dobbiamo concentrarci prima sulle altre partite che avremo davanti, quelle di campionato e di Coppa Italia”.

Diawara racconta il debutto in Nazionale con la Guinea: “Il debutto con la Nazionale è stato bellissimo. Non ero molto sicuro, sinceramente, ma quando sono arrivato all’aeroporto mi hanno accolto come un Re perchè mi aspettavamo 3-4mila persone. Mi hanno accompagnato sul pullman per fare il giro di tutta la città prima di andare in Federazione. Il cuore mi ha detto di tornare a casa, in Guinea, nel mio Paese e non ho fatto la scelta sbagliata”.

Il rapporto con i tifosi e la città di Napoli: “I tifosi sono calorosi. Fa piacere ed è sempre positivo quando i tifosi sono così vicini ai giocatori. Non vivo tantissimo la città, sto quasi sempre a casa. Ascolto tanta musica, vedo calcio e anche molti film comici. A Napoli si mangia benissimo e mangerei tutto, ma da professionista non posso. La domenica dopo la partita posso mangiare qualcosa in più. La pizza mi fa impazzire”.

Con chi vai più d’accordo nello spogliatoio? “Vado d’accordo con tutti, ma sono più legato ad Adam Ounas, che sta trovando molto più spazio quest’anno ed io sono contento per lui perchè è un calciatore molto forte. Zielinski è un fuoriclasse, Fabiàn l’ho detto prima. Insomma, il nostro è un gruppo sano e speriamo di fare qualcosa di importante”.

Condividi questo articolo