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Tennis, Andy Murray si ritira: “Non sto bene, troppo il dolore quando gioco”

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Gli hanno chiesto “Come stai?”. Ha mormorato “Non bene”. Ha nascosto il viso sotto il cappello ma non ha frenato un pianto di delusione e di impotenza per l’anca operata un anno fa che continua a dargli troppo dolore

E’ iniziata così la conferenza stampa di Andy Murray che ha fatto capire come l’Australian Open potrebbe essere il suo ultimo torneo. “Vorrei dire addio dopo Wimbledon ma non sono sicuro di farcela, non credo di riuscire a reggere il dolore e giocare per altri quattro o cinque mesi”. Dopo aver tentato una terapia conservativa nella seconda parte del 2017, Murray ha scelto la strada dell’intervento chirurgico lo scorso gennaio.

Ha giocato 14 partite dal suo rientro a giugno e si è fatto aiutare nella riabilitazione dall’esperto Bill Knowles a Philadelphia. Ma quando ha interrotto un match di allenamento contro Novak Djokovic, che lo stava peraltro facilmente dominando, e ha convocato la conferenza stampa dopo aver conosciuto il suo avversario al primo turno, lo spagnolo Roberto Bautista-Agut vincitore a Doha a inizio anno, è diventato chiaro che le cose non stessero andando come avrebbe voluto.

Ho sofferto molto negli ultimi 20 mesi. Ho fatto di tutto perché l’anca migliorasse e non è servito. Va meglio rispetto a sei mesi fa, questo sì, ma il dolore c’è ancora. E non posso giocare al livello che avevo prima”

Quel livello che l’ha portato a vincere Wimbledon nel 2013, primo britannico a vincere il titolo nel singolare maschile ai Championships dopo 77 anni, due volte lo Us Open (2012 e 2016), le ATP Finals del 2016 e a occupare per 14 settimane il trono di numero 1 del mondo. “Sto giocando senza sapere quando il dolore se ne andrà, devo mettere un punto. C’è anche l’opzione di una seconda operazione più invasiva che mi permetterebbe di essere libero dal dolore”. L’intervento prevede l’applicazione di una placca di metallo sulla testa del femore ma, ha aggiunto Murray, non garantisce di poter tornare a competere. “Se dovessi operarmi di nuovo sarebbe solo per avere una qualità della vita migliore”.

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