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Tutto il 2018 del Napoli: Koulibaly, lo Scudetto perso a Firenze, il Sarrismo e Re Carlo

admin
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Il 2018 è stato l’anno del sogno sfumato in casa Napoli, quel sogno che i tifosi azzurri hanno sempre nel cuore da 30 anni a questa parte e che fa rima con tricolore. Un 2018 intenso, emozionante e ricco di sensazioni positive, sia per la fine del campionato che ci si è lasciati alle spalle sia per l’inizio del nuovo di cui si è giunti a metà. Da un campionato all’altro il Napoli è cambiato nella filosofia ma non nella sostanza: un’alta percentuale di vittorie rispetto alle partite giocate, ma con modalità differenti. Il Sarrismo ammetteva una sola identità, un solo modo d’essere, una Idea non solo di calcio ma anche di vita.

#FinoalPalazzo è stato l’hashtag che ha contraddistinto la scorsa stagione ma il #finoallafine pronunciato nella Torino bianconera è stato più forte. Da Sarri ad Ancelotti è stato un passaggio epocale: dall’idea di rivoluzione a uno degli uomini più vincenti dell’era moderna. Dalla lotta contro il sistema alla sfida dentro il sistema con uno dei suoi massimi rappresentanti. De Laurentiis è passato da zero a cento, perchè se è vero che il ciclo sarrista non ha portato trofei (uno Scudetto perso in albergo a Firenze…) ora c’è un Re dalla corona piena zoppe di campionati e coppe (cinque Champions, di cui tre da allenatore). Per un club dalle rinnovate ambizioni, un nuovo processo di internazionalizzazione.

Dal 2018 a un 2019 con un Napoli sempre più competitivo e proiettato nel futuro.

Sono tante le tappe di questo 2018 costellato di vittorie (30 su 45 partite), di gol fatti (83) che sono sempre più dei gol subiti (43). Un anno pieno zeppo di punti (87), per i quali non ne sono bastati 91, al termine dello scorso campionato, a vincere uno Scudetto accarezzato e sognato. La prima partita del 2018 è un 2-0 casalingo al Verona (6 gennaio), ma sono il 4-1 in rimonta alla Lazio (10 Febbraio) e, soprattutto, il clamoroso ribaltone contro il Chievo (da 0-1 a 2-1 con la rete di Diawara) dell’8 aprile che hanno fatto credere che fosse veramente “l’ann ‘bbuon”. Ed invece…

…ed invece, nonostante la “superficiale” eliminazione dall’Europa League nel doppio confronto col Lipsia, nel tentativo di privilegiare il campionato, gli azzurri chiudono al secondo posto lasciando il primo, ancora una volta, appannaggio della Juventus. Resterà nella memoria di tutti i tifosi il colpaccio dell’Allianz contro Madame, con la capocciata di Koulibaly (ancora a secco quest’anno, ma autore di 5 reti l’anno passato) al 91′ così come, purtroppo, la rovinosa sconfitta di Firenze col 3-0 di Simeone (tripletta), avvenuto il giorno dopo l’ancora tanto chiacchierato Inter-Juve 2-3 di San Siro con il nebuloso arbitraggio di Orsato.

Dal 22 al 29 Aprile: in una settimana si è passati dal delirio collettivo alla delusione più totale.

In estate il Napoli volta pagina: addio Sarri, promesso al Chelsea, e accordo con Ancelotti che dopo 9 anni torna in Italia e che, per la prima volta, allena al Sud, in una città di mare. L’innamoramento tra lui e la piazza e tra la tifoseria e il suo modo di fare è immediato. Un feeling che cattura, che rapisce. Un idillio che porta risultati entusiasmanti in campionato (il 3-2 al Milan in rimonta del 25 Agosto e le vittorie esterne contro Torino, Atalanta e Cagliari) e soprattutto in Champions con il successo sul Liverpool (datato 3 ottobre) e le brillanti prestazioni contro il PSG (specialmente il 2-2 di Parigi del 24 ottobre) che non sono servite a passare il turno nonostante i 9 punti conquistati. Sono cambiati i portieri, con l’investimento del giovane Meret, sono arrivati Verdi e Fabiàn a rinforzare la rosa (oltre a Malcuit e Younes) ma l’uomo-copertina in questo fine 2018 è ancora Koulibaly e i cori razzisti.

E questa storia (questa brutta storia) è storia recente. I gol di Milik, Mertens e Insigne, gli strappi di Allan, la regia di Hamsik (quello che ha detto no alla Cina): queste sono le storie belle. Questo è quello che è stato il 2018 del Napoli.

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