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Sarri: “Con ADL un addio un pò così, ma lo ringrazio. A Napoli di più non si poteva fare”

admin
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Maurizio Sarri ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui parla non solo della sua esperienza al Chelsea ma, inevitabilmente, anche di Napoli, Ancelotti e De Laurentiis, ma senza alcun rancore. Quattro mesi di calcio inglese: bilancio? “I risultati e anche la qualità del nostro calcio segnano l’indice positivo. Diciotto partite senza sconfitte, in una realtà competitiva come questa, dimostrano che abbiamo intrapreso la strada giusta. Sono ancora più contento perché si gioca tantissimo e la possibilità di incidere in profondità è più complessa. Il ritmo è serratissimo. È ovvio che in queste situazioni le partite sottraggono lavoro sul campo. Non posso però dire che non lo sapessi, ero consapevole di questo carico di impegni e sto cercando una mediazione tra allenamenti e gare”.

Chelsea-Liverpool e lo scambio di battute con Klopp. 
“Ad un certo punto mi voltai verso di lui e vidi che sorrideva. Mi avvicinai e gli chiesi perché. Mi disse “mi sto divertendo un mondo, tu?”. “Anche io”, gli risposi. Ecco, quando vivi queste situazioni, ti accorgi che sei arrivato al top”.

L’eredità che ha lasciato a Napoli?
“Penso che quella più visibile sia numerica: presi un Napoli che aveva chiuso il campionato con 64 punti e ho lasciato una squadra che ha raggiunto quota 91. Più di questo non si poteva fare. L’altra eredità è personale: il rapporto con la città e la sua gente. Non mi staccherò mai dal Napoli. Hanno paragonato il mio Napoli a quello di Vinicio, una delle prime squadre in Italia, negli anni Settanta, a viaggiare nel futuro. Mi onora quest’accostamento”.

Che cosa si sente di dire ad Aurelio De Laurentiis? “Non ho nulla da dire. Posso solo ringraziarlo. Mi ha dato la più grande soddisfazione personale della mia vita affidandomi il Napoli, la squadra del mio cuore e delle origini. E’ stata una magnifica avventura che non può essere cancellata da un congedo un po’ così”

La Juve dominerà in lungo e largo anche quest’anno?
“Questa Juve ha una priorità: la Champions. Alla fine, potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio per la concorrenza”.

Ancelotti ha detto fermiamo il calcio quando gli insulti diventano pesanti e ripetitivi. Concorda?
“Penso di essere stato il primo allenatore a contattare l’arbitro per chiedergli di intervenire di fronte ad uno stadio che offendeva i napoletani. Concordo al cento per cento”.

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